Tra le tante contraddizioni italiane questa è la più evidente
CESENA. Avere il portafoglio pieno e fare la fame. Una contraddizione che potrebbe succedere in una famiglia particolarmente votata al risparmio, oppure con una pessima gestione. Siccome lo Stato italiano non può essere inserito nella categoria dei risparmiatori si può solo pensare e ritenere che abbia dei limiti nella gestione. Perché in Italia stiamo vivendo una situazione assurda: al di là dell’emergenza Covid attraversiamo una delle situazioni più difficili della storia repubblicana. Il debito pubblico è alto e il dato occupazionale tende sempre a peggiorare. Eppure, udite udite, abbiamo il portafoglio non pieno, ma pienissimo.
Prima della pandemia si pensava di avere 130 miliardi pronti ma non spesi per i grandi cantieri. Lo scrive oggi (sabato 5 dicembre) Il Sole 24 Ore. Ma ora ci sono valutazioni più dettagliate. Le ha fatte il sottosegretario Salvatore Margiotta partecipando a un incontro on line organizzato dall’Ifel. Margiotta ha detto che in cassa ci sono fra i 95 e i 100 miliardi, quindi soldi pronti da spendere. Poi ha aggiunto: «L’ imperativo è correre» evidenziando le difficoltà a mettere a terra gli investimenti.
Insomma, il problema è sempre lo stesso: la cronica incapacità dello Stato italiano di saper spendere. Problema evidenziato nel corso dell’ultima edizione di “Fattore R” da parte del presidente di Bper. Invece la politica non pare essere molto interessata. Il problema dell’Italia non è la riforma del Mes o cosa si può fare o no la notte di Natale. Temi importanti, per carità, che però non possono cambiare il destino del Belpaese, come, invece, potrebbe fare un buon utilizzo di quei circa cento miliardi già in cassa. Che non sarebbero la panacea di tutti i mali, ma potrebbero dare una grossa mano. Anche perché, se è vero che che un euro investito dallo Stato ne genera altri 2,5 di spesa, significa che stiamo parlando di circa 23 punti di pil che se anche fossero distribuiti in dieci anni sarebbero una bella iniezione.
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