Intervista a Christian Castorri, vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici
CESENA. Quello ai Lavori pubblici è sempre stato un assessorato pesante. Adesso lo è un pò di più perché si deve muovere su un doppio binario. Innanzitutto c’è quello della programmazione, in un momento nel quale tutto è cambiato ed emergono esigenze nuove. Inoltre serve la capacità di avere il giusto bilanciamento fra interventi strutturali e manutenzione. Quest’ultima non può essere la sorella povera, perché ne va dell’immagine della città. In questa legislatura ai Lavori pubblici siede Christian Castorri, che è anche vicesindaco. Ha affrontato il nuovo incarico adottando il suo metodo di lavoro: all’inizio si è concentrato sulle cose da fare e poi ha iniziato a marciare spedito. Non caso in poco tempo ha portato a casa “Cesena sport city” che è anche la cartina di tornasole del suo metodo di lavoro: ristrutturare e modernizzare passando dal coinvolgimento di tutto il comparto. Poi è arrivata la pandemia che è molto più di un’emergenza sanitaria. Ha modificato il modo di vedere le cose e di come viverle adesso e in futuro.
Che cambiamenti ci sono stati?
“Radicali e dobbiamo adeguarci. Innanzitutto abbiamo dovuto affrontare l’emergenza. Non a caso in estate abbiamo aperto una ventina di cantieri nelle scuole. Poi dovremo pensare i progetti in base alle nuove esigenze”.
Una cosa per volta. Una ventina di cantieri, ma le scuole sono rimaste chiuse.
“il problema è legato ai trasporti. Serviva una scelta chiara a livello nazionale: il trasporto scolastico deve essere separato da quello tradizionale. Andrebbe fatto a prescindere dalla emergenza provocata dalla pandemia”.
Nulla sarà più come prima. E’ d’accordo?
“Sì che lo sono, ma serve anche comportarsi conseguenza”.
In che senso?
“Non serve riproporre progetti datati. Ci saranno nuove esigenze e dovremo adeguarci dando soluzioni. Per farlo si dovrà passare anche da un serrato confronto con la rappresentanza (enti di secondo livello ndr)”.
Per fare cosa?
“Vede, ha ragione il sindaco quando dice che dobbiamo riempire i cassetti di progetti, ma con cognizione di causa, con cose che servono veramente. Dobbiamo dare risposte alle richieste del momento”.
Un inno alla concretezza.
“Usi il termine che vuole. A me piace la politica in una proiezione di tempo che è già domani, che vuole privilegiare pensiero e azione rispetto alla chiacchiera”.
Tutto bene, ma i soldi?
“Io credo che quando ci sono i progetti i soldi si possano trovare”.
I progetti vanno poi realizzati.
“Sì, e con tempi certi. L’imprevisto ci può sempre essere, ma si deve fare attenzione. E, comunque, bisogna sempre giocare a carte scoperte facendo chiarezza in ogni momento. Però non va percorsa la strada del massimo ribasso”.
Carta bianca è archiviata?
“Quella formula sì, non i rapporti con i Quartieri”.
Cosa cambia?
“I Quartieri sono importanti. Proprio in questo periodo la giunta li sta incontrando. Sono un’antenna sul territorio. Possono aiutarci per fare le scelte migliori per le opere pubbliche da realizzare”.
Che tipo di interventi?
“Importanti. Penso a opere che possano lasciare il segno. Progetti con un costo di oltre mezzo milione di euro”.
In conclusione diamo uno sguardo alla politica nazionale. Cosa ne pensa della situazione che si è creata?
“Non la capisco. Conte ha fatto bene. Tutto può essere perfettibile, per carità. Però il presidente del Consiglio ha dovuto affrontare un’emergenza senza precedenti. Lo ha fatto con coraggio e mettendoci la faccia. Va apprezzato. Le critiche le capisco, ma certe scelte politiche proprio no”.
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