Il principale difetto dei politici, ma non solo
CESENA. Non si amministra con gli annunci cerchiobottisti, si amministra assumendosi delle responsabilità. E’ una parte di un messaggio che mi ha inviato oggi un amico che stimo e apprezzo. Ha ragione. Governare significa fare delle scelte e scegliere porta inevitabilmente a scontentare qualcuno. Però per fare il proprio dovere non si può mettere la polvere sotto al tappeto o depositare i dossier più scabrosi nell’ultimo cassetto. Ma, soprattutto, non si può accontentare tutti.
La scelta di prendere delle decisioni va elevata alla massima potenza in questo particolare e difficile momento. Ci sono politici che sono campioni del mondo nel cercare di tenere i piedi su due staffe. Ma in questa fase non è possibile. Serve chiarezza, soprattutto bisogna avere coraggio di prendere delle decisioni, assumendosene le responsabilità. Anche e soprattutto nelle situazioni più delicate e impopolari. Questo non significherebbe non essere paladini delle libertà di tutti. Si rispetta di più il proprio mandato dicendo dei no e imponendo dei vincoli, piuttosto che facendo l’equilibrista.
E’ risaputo che c’è sempre qualcuno sempre pronto a salire sul carro della protesta. Ma se un amministratore pubblico ha personalità deve avere il coraggio e la forza di portare avanti le proprie idee. Questo non vuol dire essere un caterpillar e stritolare tutto ciò che ci si trova di fronte. Il confronto è fondamentale per arricchire un progetto. Ma poi si deve arrivare ad una sintesi sapendo che non può ripudiare i propri valori e le proprie idee.
Prendiamo, ad esempio, la presa di posizione della giunta Lucchi contro i fascisti. Arrivarono improperi da tutte le parti d’Italia, ma andò avanti perché quel governo aveva un dna preciso e si mosse di conseguenza. Come non si potrebbe pensare che un amministratore pubblico con idee sovraniste e conservative faccia scelte progressiste. Insomma, non si può piacere a tutti. Ma il problema non è quello, il problema è provare a farlo con scelte cerchiobottiste che, alla fine, poi, scontenteranno tutti.
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