Elia D'Alessandro: "Avrebbe potuto dare molto"
CESENA. Il tempo è galantuomo. E quando c’è onestà intellettuale si abbattono anche le barriere partitiche, quelle tra le più difficili da sradicare. Sta di fatto che Elio D’Alessandro, responsabile regionale alla sanità della Lega in Calabria, rimpiange Giuseppe Zuccatelli. La storia è semplice: Zuccatelli fu nominato commissario della sanità calabrese, ma tutto saltò perché fu pubblicato un video “rubato” nel quale, molto tempo prima durante un colloquio privato, usava termini non istituzionali sul Covid. Fu lapidato e, anche per una battaglia politica, fu sacrificato. E lui, profondo conoscitore delle dinamiche politiche, rispose “obbedisco” facendo un passo indietro.
Fu una scelta che lasciò interdetti e si ebbe la sensazione che non fosse quella giusta ed ora è dimostrato anche dalle parole di Elio D’alessandro. Il responsabile regionale alla Sanità per la Lega chiede di fare tabula rasa di tutti, a cominciare dal Commissario Longo.
Aggiunge che “la sanità calabrese oggi non è governata da nessuno, non c’è nessun piano aziendale o una visione per programmare. Non ci sono persone competenti. Il commissario Longo (sponsorizzato da Salvini ndr), non può lavorare affiancato dagli stessi dirigenti che ci hanno affossati in passato: lui vanta tanti meriti nella sua carriera, ma non sa nulla di sanità. Va sostituito con urgenza, come chi lo affianca”. Ha poi criticato gli undici anni di commissariamento regionale perché “non hanno mai visto la nomina di gente realmente qualificata, in grado di poter risollevare le sorti di un sistema così malsano e penalizzato. L’unico tecnico all’altezza del ruolo – ha evidenziato – sarebbe stato Giuseppe Zuccatelli, esperto in Sanità. Un commissario che avrebbe potuto dare molto alla Calabria”.
Non guardare ai meriti e alle competenze e puntare essenzialmente sull’appartenenza partitica è uno dei difetti principali della politica. E’ chiaro che una coalizione sia portata a puntare su tecnici che hanno una visione politica vicino alla propria, ma non è giusto bocciare a priori chi, politicamente, ha un’idea diversa. Anche perché ci sono un’infinità di esempi che dimostrano che quella scelta non solo è controproducente, ma mette in dubbio l’onestà intellettuale, elemento fondamentale non solo dei politici, ma della vita in generale.
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