«Enorme consumo di suolo», «grandi risorse economiche necessarie, sicuramente sproporzionate rispetto ai risultati», »un’idea della mobilità che di sostenibile non ha nulla». In un lungo comunicato il PD di Forlì boccia con durezza l'idea di aprire una stazione ferroviaria dell'Alta Velocità nel mezzo delle campagne romagnole.
L’idea lanciata da Confindustria Romagna sulle infrastrutture ferroviarie è sicuramente uno stimolo al confronto per quanto riguarda la prospettiva dell’Area Vasta Romagna e per i contenuti del Piano Regionale dei Trasporti che dovrebbe essere approvato entro quest’anno.
Un dibattito, quello sulle infrastrutture trasportistiche e il sistema dei trasporti territoriali, che va sviluppato alla luce dei contenuti del Next Generation EU e che saremo chiamati a declinare nei singoli territori con la regia della Regione. Un dibattito che non potrà essere isolato dagli altri temi strategici per disegnare il nostro futuro territoriale, a cominciare da quelli della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Si pone quindi, dopo la consultazione elettorale dell’autunno che condurrà al rinnovo dei Consigli Comunali di Rimini e Ravenna, l’urgente necessità di rilanciare il confronto istituzionale in primo luogo per dare gambe alla così detta “città metropolitana romagnola”.
Nel merito della proposta, e per ciò che abbiamo letto sulla stampa, non ci pare invece che le ipotesi avanzate da Confindustria Romagna siano adeguate ai veri bisogni del nostro territorio e soprattutto che riflettano un’idea della mobilità che di sostenibile non ha nulla.
Il disegno proposto parte da carenze reali sul piano delle infrastrutture ferroviarie romagnole ma, a nostro parere, le soluzioni previste finiscono per aggravare e non risolvere, ad esempio, il tema della mobilità automobilistica che sarebbe sicuramente incrementata per raggiungere la cosiddetta stazione “baricentrica” dell’Alta Velocità. Soprattutto nelle ipotesi presentate non si considera minimamente l’enorme consumo di suolo che le soluzioni prospettate indurrebbero oltre che le grandi risorse economiche necessarie, sicuramente sproporzionate rispetto ai risultati conseguibili.
Non è poi pensabile fare astrazione dalla dotazione infrastrutturale già esistente che va sì riordinata, efficientata e potenziata, ma senza immaginare la Romagna, sul piano della rete ferroviaria, come una sorta di foglio bianco dove il problema principale è quello di prevedere un nuovo baricentro trasportistico posizionato senza tenere conto delle stazioni esistenti già servite dall’alta velocità e dell’ampiezza dei bacini territoriali che quelle stazioni, oggi, servono.
In tutto questo disegno, infatti, Forlì è inspiegabilmente trattata come una sorta di “Cenerentola”, saltata dall’Alta velocità e quindi penalizzata ed isolata senza alcuna ragione.
Forlì è già oggi baricentro dell’Alta Velocità nella tratta Bologna-Rimini e come tale va quindi considerata, potendo diventare, potenziandola, la sede della Stazione AV della Città della Romagna, senza che sia necessario inventare nuove stazioni e nuove reti ferroviarie in mezzo alla nostra fertile campagna.
Semmai, per rendere ancora più strategico il polo di Forlì, ciò che manca da decenni è il collegamento ferroviario Forlì-Ravenna che contribuirebbe, inoltre, a mettere in valore il porto ravennate anche rispetto a tutto l’entroterra Romagnolo, all’aeroporto Ridolfi e allo scalo merci della Romagna di Villa Selva. In chiave economica-turistica, questo collegamento risulterebbe ulteriormente efficace, favorendo la circolazione tra i capoluoghi, l’entroterra e la costa e, non da ultimo, incrementando l’efficienza dei collegamenti con l’aeroporto di Forlì. Sul lato imprese, ulteriori investimenti di ampliamento e sviluppo ferroviario territoriale dovrebbero essere concentrati sullo snodo logistico di Villa Selva, mentre non meno rilevante appare, infine, una riflessione complessiva che integri i trasporti pubblici delle province romagnole, con riferimento sia al trasporto su ferro che su gomma.
La Romagna, secondo noi, non si aggrega disegnando a tavolino un “baricentro” (trasportistico e non solo) che non parta dall’esistente e dall’analisi delle caratteristiche e delle esigenze dei diversi territori che la compongono.
Servono politiche e scelte politiche che considerino allo stesso tempo tutti i principali nodi strategici: dalla sanità, all’uso delle risorse idriche, ai suoi distretti industriali ed agroalimentari, al turismo, agli aeroporti, alla difesa della costa fino al troppo trascurato tema delle aree interne che contengono beni ed erogano servizi ambientali che, a fronte del cambiamento climatico in atto, saranno sempre più fondamentali per tutto il territorio.
La mobilità e le infrastrutture dei trasporti sono un nodo strategico fondamentale della progettualità e degli investimenti dei prossimi anni. Proprio a partire dalle risorse disponibili attraverso il PNRR.
Serve dunque un confronto di merito tra tutte le istituzioni territoriali romagnole, che coinvolga la società romagnola nel suo insieme – i cosiddetti stakeholder – e per cui la Regione svolga un ruolo pivotale di guida del percorso verso la città metropolitana romagnola.
In questo scenario, il Partito Democratico forlivese è pronto a fare la sua parte.
PD Forlì
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