BRISIGHELLA. Un gruppo di musicisti di grande talento, una voce recitante per i racconti di Sam Shepard, Gianni Celati, Maurizio Maggiani e molti altri, la musica del maestro Morricone sullo sfondo… la formula base dell’evento di sabato 7 agosto, all’Anfiteatro di Via Spada, per l’appuntamento ormai tradizionale con Calici sotto i Tre Colli – Le Stelle del Borgo.
I confini e le consonanze da cercare intorno, e non sempre dentro, la musica di Ennio Morricone sono i suoni degli spazi. La musica è geografia e la musica di Morricone – unita alle immagini a cui da sempre la leghiamo – è una delle poche musiche della storia contemporanea che ha saputo indelebilmente “disegnare” un paesaggio nuovo. L’America del West, certo, che è in realtà un’America mitica, epica, trasfigurata, mai esistita in quella forma e con i suoni. Un’America cinematografica che è risultata talmente “risonante” da diventare, attraverso gli schermi, più vera dell’America reale.
Un’America a cui gli stessi americani si sono affezionati, in questo suo essere favolosa e favolistica, avventurosa e minacciosa, accogliente e pericolosa, romantica e disperata insieme, e ogni giorno diversa come è in fondo l’ “esperienza americana” nella sua forma più limpida, nitida e sincera.
Per chi suona in formazioni derivate dai combo blues e jazz, che proviene dal linguaggio classico, una riproposizione orchestrale “al ribasso” delle partiture di Morricone sarebbe risultata perdente in partenza. E presumibilmente inutile. Ci è venuto spontaneo incrociare il West di Morricone, questo West così esotico eppure così italiano e “nostro”, con il West di Wim Wenders, appoggiato sulle spalle di Sam Shepard. Su quella metafisica della quotidianità americana, immersa in una geografia talmente potente da sopraffare l’individuo. Lo spazio aperto, e le sensazioni dentro.
L’atto di amore in musica e immagini di un tedesco (Wenders) e due italiani (Leone e Morricone) a una terra mitica, di cui Sam Shepard è uno dei più profondi narratori.
C’era una volta il West, c’era una volta Paris, Texas. E noi a galleggiare con i suoni in questo spazio emotivo nuovo, non trovato sulla mappa ma così forte da essere quasi imposto alla geografia reale, esistente in quanto tale, e comunque da esplorare. Il concerto è una riproposizione di alcuni dei temi più forti di Morricone, legati come in una suite, che unisce il Clan dei Siciliani a Eastwood in un luogo immaginario, con l’occhio straniero di Wenders a inquadrare il tutto.
Ci è parso spontaneo, nella riproposizione in forma di spettacolo del concerto, chiudere il cerchio e intervallare i brani con letture scelte da Motel Chronicles di Sam Shepard, e stralci di altri racconti “di frontiera” affidate alla voce di Giulia Perelli, o a quella di altri attori che come pionieri “incontriamo” nel cammino di questo concerto.
Un viaggio, infine. In una terra esotica, eppure così familiare, nelle storie e nei suoni.
Questo post è stato letto 172 volte