10 Aprile 2025
sede Amadori_Cesena

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CESENA. Il Gruppo Amadori partecipa all’edizione 2021 di FierAvicola, la manifestazione fieristica internazionale dedicata al settore avicunicolo che debutta da oggi per la prima volta, tornando in presenza, a Rimini (Expo Centre – 7/9 settembre). Al centro del dibattito promosso dal Gruppo cesenate due temi di grande rilievo per il futuro della filiera avicola, una delle principali risorse del settore agroalimentare italiano: prezzi delle materie prime agricole e innovazione. 

L’impatto negativo della pandemia da Covid-19 ha provocato un ulteriore incremento dei prezzi di soia e cereali destinati all’industria mangimistica, con pesanti ripercussioni su tutta la filiera e in particolare per gli oltre 6.200 allevamenti presenti sul territorio nazionale. “L’Italia sconta un pesante deficit di materie prime che ha raggiunto l’allarmante quota del 60%. Serve con urgenza un programma di potenziamento delle produzioni e di stoccaggio delle principali materie prime per la mangimistica, oltre che un piano proteine per l’alimentazione degli animali da allevamento” – evidenzia Francesco Berti, amministratore delegato del gruppo Amadori. 

Uno scenario complesso che potrebbe minare la solidità di una delle poche filiere agroalimentari autosufficienti a livello nazionale, che sta continuando a investire in innovazione. A tale riguardo, il gruppo ha previsto un piano di investimenti di 500 milioni di euro in cinque anni destinato proprio ad aumentare i processi di integrazione della filiera, potenziare le produzioni e innovare gli allevamenti con particolare attenzione agli aspetti del benessere animale e della qualificazione sostenibile della filiera integrata. 

“Per il settore agroalimentare, e in particolare per l’avicolo, è necessario un maggiore impegno verso i soggetti più esposti della filiera, gli allevatori. Nel PNRR, nei piani di sviluppo rurale, ma anche nella semplificazione burocratica serve una svolta decisiva per garantire un futuro a un settore strategico e distintivo” conclude Berti.

Rispetto al mercato nazionale, gli asset valoriali del gruppo hanno portato a risultati positivi su tutta la marca confezionata, con una performance in fatturato del +3% in totale e del +5% nel canale moderno, rispetto all’esercizio precedente, con un aumento delle vendite in baseline e minore incidenza promozionale. In questo contesto, la crescente attenzione del consumatore ai temi della salubrità, del benessere animale e della sostenibilità ha fatto registrare un andamento più che positivo delle linee premium a marchio Amadori, come Il Campese, Qualità 10+ e BIO. Una conferma della corretta strategia di lungo periodo adottata dal gruppo, basata sullo sviluppo di filiere di eccellenza, 100% italiane e certificate. Positivo anche il mercato delle uova, con una domanda in crescita per le uova da allevamenti a terra, biologiche e da allevamenti all’aperto, che per Amadori rappresentano complessivamente quasi il 60% della produzione di filiera. 

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