Il momento delle scelte

A tutti i livelli la politiuca deve dimostrare se ha imparato la lezione

CESENA. E’ tempo di bilanci. Questi sono i giorni in cui, a tutti i livelli, i governi devono terminare la redazione della manovra economica. Anche se il mondo politico preferisce parlare d’altro, era e resta il documento più importante essendo quello attorno al quale si muove tutta l’attività amministrativa. E’ però anche il provvedimento che prevede il maggior attivismo da parte della politica. Non a caso il termine “assalto alla diligenza” è stato coniato proprio per definire l’attivismo politico concentrato attorno alla manovra di bilancio. Momento in cui, a forza di emendamenti, si cerca di inserire tutto e il contrario di tutto. Ma è anche la fase in cui nascono nuovi amori politici. Nelle amministrazioni comunali quando c’è in corso una liason fra forze non proprio vicine il bilancio offre l’occasione per consumare. La prova d’amore è l’accettazione di uno o più emendamenti.

Però non è un problema. Queste cose non solo ci sono sempre state e sempre ci saranno, ma è giusto che esistano. Basta non esagerare. Il vero problema è un altro: i bilanci sono troppo sbilanciati sulla spesa corrente e, così facendo, si costruisce meno il futuro. Cosa che andrebbe evitata. Questo perché i politici pensano sempre e soprattutto alle elezioni che stanno per arrivare o che, prima o poi, arriveranno; allora è chiaro che si finisce schiacciati sul presente.

Eppure ce ne sarebbero di cose da fare per ricostruire il paese. Partendo innanzitutto dall’istruzione, dalla formazione e dalla ricerca; terreni su cui siamo molto indietro perché è da decenni che abbiamo svilito istruzione e formazione professionale, mentre oggi se c’ è uno sviluppo sostenibile è quello che valorizza il capitale umano, le persone prima con l’ istruzione e poi col lavoro. Ma c’è anche un ceto medio da ricostruire. Dalla crisi del 2008 in poi è sempre stata quella più colpita. Del resto non è un caso se il suo indebolimento ha coinciso con il continuo peggioramento del sistema Italia. Per ricostruirlo però non servono interventi spot o “mance” elettorali, ma un doppio binario: creare nuovi posti di lavoro e mettere più soldi in tasca ai dipendenti. E’ il modo più semplice per rispondere a quello che dovrebbe essere l’obiettivo primario della politica: creare ricchezza e distribuirla nel modo più equo possibile. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.