Dopo il monito di Jp Morgan molti editoriali della domenica lanciano l'allarme. Ma se ne parla troppo poco
CESENA. La lettura dei quotidiani è una sana abitudine alla quale non si può rinunciare. Soprattutto perché regala un quadro della situazione nazionale e internazionale. Da oltre tre mesi è protagonista la guerra in Ucraina. Non tanto o non solo per quello che succede sul campo. A tenere banco sono anche i riflessi economici che nel medio periodo rischiano di avere effetti pesanti (forse si potrebbe usare un aggettivo più pesante). Per cercare di avere un quadro il più completo possibile bisogna sfogliare le pagine economiche. Ma interessanti sono anche gli editoriali. Sono quelli che fanno riflettere di più.
E oggi ce ne sono due che catturano l’attenzione e ci portano a pensare che il futuro non potrà essere del tutto tranquillo. Uno è su La Stampa, l’altro sul Quotidiano del Sud. entrambi sono firmati dai rispettivi direttori. Il titolo del pezzo firmato da Massimo Giannini, direttore de La Stampa, è una sorta di sentenza: Il mondo senza globalizzazione condannato alla decrescita. Altrettanto significativo è il titolo del fondo firmato da Roberto Napolitano: Quando Draghi non basterà più. Se poi ci aggiungiamo che il titolo dell’editoriale di Alessandro Sallusti, direttore di Libero, è: Il nostro mondo sta per cambiare come nel 1989. Da non sottovalutare anche quello di Paolo Guzzanti su “Il Giornale” titolato: La guerra vera sarà in Asia (il riferimento è a Taiwan).
Ma la vera “bomba” è il titolo di apertura di “Milanofinanza”, in edicola sabato e domenica: Uragano o pioggia? Con un sommario che gela qualsiasi speranza: Bond, azioni, Etf per cavalcare l’ondata in arrivo sui risparmi.
Il tutto pare essere l’inevitabile conseguenza delle parole di Jamie Dimon, capo della Jp Morgan, la più influente banca mondiale, che ha avvertito “dell’imminente uragano economico in arrivo”. Il tutto a causa di una globalizzazione ormai rotta definitivamente, analisi, quest’ultima, sulla quale tutti pare concordino.
Dunque, quello che si prospetta è un nuovo ordine mondiale che farà rima anche con decrescita. Per lo meno è quello che emerge da un po’ di tempo e che in questo fine settimana è evidenziato da buona parte dei quotidiani italiani. E’ un aspetto che non può essere sottovalutato, cosa che invece sembra fare la politica più portata a guardarsi l’ombelico o a proporre soluzioni utili solo a raccattare un pugno di voti. Ma altrettanto colpevole è chi fa loro da cassa di risonanza con inutili pastoni.
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