L'esperienza di Mario Gravina
di Vincenzo Marano
“Per me la fotografia è musica. Ogni scatto è una nota musicale catturata dall’obiettivo”. E’ con questo spirito che Mario Gravina, 55 anni, impiegato alla Prefettura di Campobasso, nel suo tempo libero, fotografa il suo Molise. Scruta il territorio cogliendone gli aspetti sociali ancora incontaminati. “Percorro le strade antiche che portano nei borghi del Molise e racconto i paesaggi, le feste patronali, la vita quotidiana, i paesini abbandonati, la transumanza, la gente al bar, gli inverni freddi dell’Appennino e i vicoli non più animati a causa dello spopolamento. Questi sono i miei set fotografici” – osserva il fotografo molisano.
Mario ha coltivato la passione per la fotografia fin da ragazzo, da quando scoprì che, anche attraverso le immagini, si poteva realizzare un racconto artistico. Nelle fotografie di Gravina, si legge una scrittura appropriata, una narrativa sociale- antropologica che, ancora oggi, il territorio molisano riesce ad esprimere.
“In famiglia, la fotografia è sempre stata presente- spiega Gravina- Mio padre sviluppava e stampava le foto nella sua camera oscura. E fin da bambino, seguivo il procedimento fotografico attento e meravigliato e mi emozionavo ogni volta che, dallo sviluppo, vedevo affiorare come per magia le immagini delle foto in bianco e nero”. I paesaggi, catturati nelle istantanee dall’obiettivo di Mario Gravina, raccontano un territorio ricco di tradizioni con paesaggi immutati nel tempo. Ogni sua foto cattura ed immortala l’essenza dell’oggetto impreziosito dal suo scatto fotografico. “E’ in quella frazione di secondo che l’immagine si staglia in un palcoscenico di emozioni- conclude Gravina- Attraverso questo mezzo espressivo, riesco a trovare il modo di esprimere me stesso ed il mio pensiero su tutto cio’ che mi circonda”.
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