“La sanità pubblica mostra crepe”

Documento della Uil

di Marcello Borghetti e Primo Casadei*

La UIL e la UIL Pensionati di Cesena, esprimono  preoccupazione per le numerose segnalazioni, che lamentano disagi vissuti da anziani e utenti, ricoverati al Bufalini di Cesena. Le liste d’attesa contribuiscono ad alimentare una sanità di serie A per chi ha le possibilità economiche di ricorrere al privato e una sanità di serie B per quelli che non hanno i soldi per acquistare prestazioni sanitarie. Molti utenti lamentano la scarsa possibilità di poter fare visita e supportare i propri familiari durante il ricovero con la percezione di un diritto alla vicinanza all’assistito che tanti sentono ingiustamente sacrificato.

Ci viene riferito che le motivazioni sarebbero derivanti dai protocolli anti Covid, ma abbiamo  l’impressione che ci sia una interpretazione restrittiva, a ledere i diritti del malato,  gravando peraltro di altre incombenze sul personale sanitario già sovraccaricato. Ci riferiscono che fra le giustificazioni, si “affermerebbe” che l’assistenza viene garantita anche attraverso videosorveglianza, ma per quanto siamo consci dei benefici, non ci sembra una modalità che possa rassicurare pazienti e familiari e umanizzare la degenza. Ci viene segnalata la necessità di una corsia differenziata di  accesso e di attesa al pronto soccorso, per persone anziane fragili, non autosufficienti, disabili, al fine di evitare lunghe attese e la vicinanza con pazienti con le più diverse patologie.  Ci riferiscono diffusamente della scarsa qualità del cibo offerto.

La UIL e la Uil Pensionati di Cesena stanno valutando una serie di iniziative a tutela dei diritti del malato, per verificare se questa situazione, che da tempo è con frequenza ci viene segnalata, corrisponda ad una situazione oggettiva e nel caso per individuare interventi. La Uil unitamente alla categoria che segue i dipendenti della sanità, ha più volte segnalato le difficoltà derivanti dalla carenza di organico, che colpisce duramente i dipendenti costretti a turnazioni estenuanti, a saltare riposi e a dover rinunciare o riorganizzare alle ferie. Durante la pandemia, dove dipendenti e cittadini hanno subito i danni di tanti anni di tagli alla sanità pubblica, tanta politica aveva promesso finanziamenti adeguati per riaffermare la centralità della sanità pubblica e il valore del personale sanitario. Non sfugge a nessuno che sono temi che qualificano il lavoro e che quindi garantiscono anche la migliore risposta ai pazienti. Tutte queste promesse sono state disattese. Nella nostra Regione diversi rappresentanti istituzionali affermano pubblicamente, un grave deficit legato alla mancata copertura delle spese Covid nel 2022.

Quello che ci lascia sconcertati non è tanto la scelta di un  governo neoliberista di comprimere la sanità pubblica, piuttosto la tiepida reazione delle Istituzioni preposte. Purtroppo dipendenti, pazienti e cittadini stanno già subendo i danni della contrazione di tanti anni di tagli e le prospettive di questa situazione allarma tutti coloro che vogliono difendere la sanità pubblica. La UIL di certo ha già ripetutamente detto che sulla sanità non accetterà una gestione contabile del tema, con compromessi e calcoli politici. La salute dei cittadini è un bene più importante degli equilibri politici.

*Segretario CST UIL Cesena, segretario UIL Pensionati Cesena

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.