Progetto di Draghi, ora si sta concludendo
CESENA. Diceva Agatha Christie: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Ebbene, i tre indizi ci sono, quindi ci sono anche le condizioni per ritenere che Ravenna possa diventare l’hub europeo del gas. Sono tre gli elementi che lo fanno pensare. Il primo è contenuto ne “Il ritorno degli imperi”, libro di Maurizio Molinari, direttore di Repubblica. Scrive che il governo Draghi aveva creato le condizioni non solo per emanciparci dalla dipendenza energetica da Mosca, ma anche per trasformare l’Italia in un hub europeo per far arrivare il gas naturale dal Mediterraneo fino ai paesi del Nord Europa. Ipotesi che aveva ottenuto il via libera anche da Berlino. Sembrava che la prematura caduta del governo Draghi avesse fatto naufragare questa possibilità.
Però si ha l’impressione che l’ex presidente del Consiglio abbia girato il dossier al nuovo governo che dopo averlo ereditato ha continuato a seguirlo. Anche perché neppure Tafazzi lo avrebbe ignorato. Non a caso Giorgia Meloni ha detto che si sta lavorando per dare all’Italia un ruolo fondamentale nella vicenda legata al gas. Però se lo sta rivendendo come un lavoro suo, mentre dovrebbe riconoscere i meriti al suo predecessore. Ma lei fa il suo lavoro. Sono altri quelli che glielo dovrebbero far notare.
In questi giorni poi si è aggiunto un altro elemento: fra tre anni Ravenna potrebbe avere due rigassificatori. Oltre a quello già previsto si potrebbe aggiungere quello che temporaneamente sarà ubicato a Piombino. Il trasferimento a Ravenna è l’ipotesi alla quale sta lavorando Snam, ma con una sostanziale differenza. In Toscana la piattaforma sarà ormeggiata in porto, mentre in Romagna sarà ancorata a 8,5 chilometri dalla costa a fianco dell’altro rigassificatore.
Il raddoppio degli impianti inoltre potrebbe essere visto come il potenziamento dell’hub italiano del gas. Del resto, se il progetto proseguirà lo snodo sarà proprio l’alto Adriatico. In quanto l’operazione sarà possibile solo grazie al ricorso a gasdotti che attraversano Svizzera e Austria.
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