FAENZA. Sabato 6 maggio, alle 17, inaugura il nuovo allestimento delle ceramiche classiche.
Dopo oltre vent’anni l’esposizione verrà sensibilmente rivista, tanto nei contenuti didattici e nella selezione dei manufatti quanto nella veste grafica. “L’aggiornamento dei manufatti – precisa la conservatrice Valentina Mazzotti, coordinatrice del progetto di riallestimento – porterà in mostra un nucleo di oggetti provenienti dai depositi (il 15% per la parte classica e il 37% per quella romana), che per la prima volta verranno presentati al pubblico, dopo un’accurata revisione del loro stato di conservazione. Inoltre il percorso espositivo verrà aggiornato, offrendo un inquadramento di carattere storico-culturale per la parte greco-etrusca, diversamente da quella romane con una presentazione di tipo tematico-funzionale, che evidenzierà l’impiego della ceramica (e non solo) nei vari aspetti della vita quotidiana”.
“La nuova proposta espositiva delle ceramiche della Grecia e dell’Italia nell’antichità classica – commenta il curatore Andrea Gaucci – si pone in continuità con la precedente, riorganizzando le vetrine sulla base di quattro grandi aree tematiche storico-culturali e offrendo alcuni approfondimenti. Il principio che guida l’esposizione è il dialogo tra Grecia e Italia. Il percorso si apre con le ceramiche egee dell’età del Bronzo, quelle fenicie e quelle greche di periodo arcaico, e poi si continua valorizzando la produzione del Ceramico di Atene, il cui ruolo nel Mediterraneo tra VI e IV sec. a.C. è stato di primo piano. Seguono le feconde produzioni apule di tradizione greca e indigena, e poi quelle del mondo etrusco. In parallelo sono proposti approfondimenti specifici: la ceramica attica e la produzione locale a Spina, il porto etrusco nel Delta del Po; le ceramiche indigene della Puglia antica influenzate dal mondo greco e le altre produzioni coloniali figurate in Italia meridionale; il bucchero etrusco”.
Seguirà la nuova esposizione delle ceramiche romane. “L’ampio e variegato utilizzo degli oggetti ceramici in età romana – sottolinea la curatrice Anna Gamberini – ha suggerito di seguire per il nuovo allestimento un criterio tematico e funzionale, evidenziando l’impiego di oggetti fittili tanto nella preparazione, cottura e consumo di cibi e bevande, quanto nel trasporto delle derrate alimentari, nonché negli altri aspetti del quotidiano: dalla cura della persona all’illuminazione degli ambienti, alla realizzazione e decorazione degli edifici. Ai materiali presenti nell’attuale esposizione è stata affiancata una selezione di quelli conservati nei magazzini, con particolare riguardo ai manufatti provenienti da scavi faentini. Quelli riferibili alla città romana (Faventia) testimoniano l’esistenza di produzioni ceramiche in questo centro”. Un arricchimento importante della selezione romana riguarderà la possibilità di esporre una porzione dell’ampio mosaico pavimentale rinvenuto nel 1971-1972 in occasione dello scavo archeologico della domus di via Dogana a Faenza, attualmente conservato presso i depositi della Soprintendenza a Palazzo Mazzolani a Faenza. “Questa nuova acquisizione del percorso espositivo del MIC – commenta la direttrice Claudia Casali – è frutto delle proficue collaborazioni tra le realtà locali di tutela e valorizzazione del patrimonio e mi preme ringraziare la soprintendente Gonzato e i funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini per la disponibilità a collaborare al progetto nell’ottica di una maggiore fruizione e promozione del nostro patrimonio locale. Infine per la realizzazione complessiva del nuovo allestimento e della guida collegata un particolare ringraziamento va ai curatori Andrea Gaucci e Anna Gamberini e in generale al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, con il quale abbiamo avviato da diversi anni un rapporto efficace di studio e ricerca dei materiali. La guida delle ceramiche classiche sarà la prima di una nuova collana dedicata agli approfondimenti sul nostro patrimonio”.
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