RAVENNA. Lunedì 6 novembre Silvia Calderoni sarà ospite della rassegna Il Tempo Ritrovato, alla Biblioteca Classense alle 17.30 per presentare il suo primo romanzo “Denti di latte” (Fandango) in dialogo con Matteo Cavezzali.
La stessa presentazione avverrà anche mercoledì 8 novembre alla biblioteca Trisi di Lugo alle 21.
Silvia Calderoni è attrice, autrice e performer. Si forma artisticamente da giovanissima con la coreografa Monica Francia e con la compagnia Teatro della Valdoca, di cui è stata interprete in diverse produzioni tra cui Paesaggio con fratello rotto. Dal 2006 è parte attiva della compagnia Motus ed è interprete negli spettacoli Rumore Rosa, ICS – racconti crudeli della giovinezza, Crac, Let the sunshine in, Too-late, Iovadovia, Tre atti pubblici, Alexis. Una tragedia greca, nella tempesta, Caliban Cannibal, Tutto brucia ospitati in numerosi festival nazionali e internazionali. È protagonista di The Plot is the Revolution a fianco di Judith Malina, storica fondatrice del Living Theatre. Dal 2015 è in tournée nei principali teatri e festival internazionali con il solo MDLSX, di cui firma anche la drammaturgia insieme a Daniela Nicolò. Premio Ubu 2009 come miglior attrice under 30, al cinema è Kaspar in La leggenda di Kaspar Hauser, film cult diretto da Davide Manuli (2012). Con Ilenia Caleo, dal 2015 porta avanti un atelier di ricerca aperto e orbitante che si snoda tra fasi laboratoriali, residenze artistiche e formati spettacolari. A partire dal workshop di Biennale College Teatro 2018, hanno dato vita a KISS, progetto performativo con 23 performer, prodotto da Santarcangelo Festival, CSS Udine, Motus. Nel 2023 hanno debuttato con lo spettacolo The present is not enough ad Amburgo.
Il tempo dell’infanzia, quello dei denti di latte e dello stupore per la scoperta di ciò che ci circonda, non passa, nel romanzo di esordio di Silvia Calderoni, si dilata, invece, come in un incantesimo, e tratteggia i pannelli di un’infanzia non conforme a Lugo, un piccolo paese della provincia italiana. Vedere, udire. Il campo sensoriale si apre. Agli occhi della protagonista la realtà si offre come spaventoso oggetto di indagine, nulla è in fondo come sembra, tutto va studiato, analizzato, sezionato. Con una scrittura scarnificata e poetica l’autrice racconta un’infanzia non edulcorata, un’infanzia che è già una vita adulta. Un libro indefinibile, inedito, umanissimo.
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