Un'opera di 815 pagine, divisa in tre volumi, di Alvaro Lucchi che lo ha impegnato per vent'anni
Di recente il Cimitero Monumentale di Forlì è stato riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna come luogo di rilevanza storico-artistica e valore culturale. Già in passato erano state realizzate significative iniziative per valorizzare l’ottocentesco sepolcreto, che costituisce una delle più significative architetture della Romagna, dove sono sepolti illustri personaggi cittadini, come: Marco Palmezzano, Piero Maroncelli, Aurelio Saffi, Antonio Fratti, Achille Cantoni, Alessandro Fortis, Carlo Brighi (Zaclèn), Fulcieri Paulucci de Calboli, Luigi Ridolfi, Angelo Masini, Giuseppe Martuzzi, Giuseppe Verzocchi, Icilio Missiroli, Roberto Ruffilli, Franco Agosto, Diego Fabbri, Aldo Zambelli, Maceo Casadei. Sono pure presenti le tombe delle famiglie più importanti della città, come ad esempio: Albicini, Becchi, Bordi, Benedetti, Bonavita, Bondi, Bordandini, Croppi, Dal Pozzo, Ercolani, Fratti, Guarini, Lazzarini, Lovatelli, Manoni, Matteucci, Mazzoni, Manoni, Missiroli, Orsi Mangelli, Pantoli, Pasini, Petrucci, Randi, Paulucci di Calboli, Ravaioli, Reggiani, Romagnoli, Saffi, Santarelli, Santucci, Quartaroli, Vallicelli, Vincenzi, Violani, Zambelli, Zanotti.
La deliberazione regionale giunge nello stesso momento in cui lo storico forlivese Alvaro Lucchi ha pubblicato la “Guida raccontata al Cimitero Monumentale di Forlì – Storia, Arte, Cultura”, con prefazione di Gabriele Zelli, composta di n. 3 volumi per un totale di 815 pagine e di una appendice contenente le mappe per guidare il visitatore. Nella guida l’autore illustra la storia del complesso cimiteriale, dalle sue origini ad oggi. Ha inoltre censito e descritto 205 monumenti funebri e sepolture che hanno un’indubbia valenza storico-artistico e si è soffermato sui personaggi che lì riposano e sugli scultori, gli architetti, gli scalpellini, gli autori delle sculture, che hanno abbellito le tombe e le edicole funerarie.
La guida sviluppa tutto questo, ripercorrendo la storia della città e non solo, ricordando pittori, scultori, architetti, industriali, benefattori, musicisti, eroi, uomini di cultura che hanno dato lustro a Forlì.
L’opera è suddivisa in più sezioni. Una prima dal titolo “A proposito dei cimiteri forlivesi”, riporta un saggio di Gabriele Zelli sui numerosi cimiteri esistenti nel nostro territorio. A seguire una premessa in cui Alvaro Lucchi illustra le origini e gli obiettivi dell’opera. A seguire un ampio capitolo dedicato alla storia in cui vengono illustrate le origini del cimitero e del suo sviluppo sino ad oggi. La sezione successiva parla dei monumenti, delle tombe e dei personaggi e di seguito ampi capitoli sono dedicati alle biografie degli autori dei monumenti, in molti casi scultori che hanno segnato la storia dell’arte, nonché informazioni sui numerosi artisti e artigiani minori, ma non senza una certa qualità, che hanno realizzato monumentini e tombe per il cimitero, come scalpellini, marmisti, cementisti e tecnici. Seguono quindi le riflessioni dell’autore al termine del lavoro che l’ha impegnato per circa vent’anni, la bibliografia, l’indice analitico. I volumi sono corredati dal fascicoletto “Mappa del Cimitero Monumentale di Forlì in sezioni”, utilissimo per eventuali visite. Si tratta di 18 tavole dove sono indicate la posizione di ogni tomba o monumento trattato e l’elenco dei monumenti presi in considerazione con indicazione del numero di mappa dove compare ed il numero di pagina della guida dov’è descritto.
La guida verrà presentata alla città sabato 9 dicembre 2023, alle ore 16.00, presso la Sala ex Cinema Mazzini, corso della Repubblica 88, Forlì, nel corso di un incontro organizzato dal Centro di Cultura Romagnola “E’ Racoz”, alla presenza dell’autore e di Gabriele Zelli. Per l’occasione l’opera sarà posta in vendita al prezzo scontato di 100 euro anziché 130 euro (per informazioni e prenotazioni telefonare a Alvaro Lucchi: 3473806288; oppure inviare una mail a: alvaro.lucchi36@gmail.com).
Il Cimitero Monumentale di Forlì
L’approvazione del progetto per la realizzazione del Cimitero Monumentale, così come lo vediamo oggi, risale al 9 dicembre 1867. Fu presentato al Consiglio Comunale dall’architetto Pietro Camporese (Roma 1793 – 1873). Il cantiere fu aperto l’anno successivo ed i lavori furono completati nel 1891, 23 anni dopo. La progettazione di Camporese sviluppò l’aspetto monumentale, attraverso i modelli della basilica, l’estetica classica del mondo romano e del periodo tardo cinquecentesco, tanto che si può individuare un’affinità stilistica del Cimitero di Forlì con le architetture romane del braccio nuovo del Museo Chiaramonti, costruito con soluzioni geniali da Antonio Canova e l’architetto Raffaele Stern, allievo di Giuseppe Camporese, padre di Pietro, tra il 1817 ed il 1821.
Pietro Camporese, che morì a Roma il 3 febbraio 1873, fu sostituito dall’ingegnere bolognese Gustavo Guerrini, allora responsabile dell’Ufficio tecnico comunale di Forlì. Siccome il cantiere era ancora in corso, Guerrini apportò modifiche al progetto che interessarono il Pantheon e l’avancorpo di facciata, nonché all’ingresso del cimitero che era previsto in rilevato. Anche se di grande effetto architettonico ed estetico, quanto previsto da Camporese, come l’accesso in rilevato e le scalinate per raggiungerlo risultavano un notevole ostacolo, specie per i carri, sia quelli funebri sia per quelli impiegati nel trasporto dei materiali per la costruzione di tombe e monumenti. Inoltre, l’ingegnere Guerrini ebbe un’altra brillante intuizione, quella di chiudere le arcate esterne al loggiato, realizzando cosi maggiore spazio alle tombe; per lo stesso obiettivo saranno pure eliminate le previste abitazioni del custode e del cappellano, la camera mortuaria e quella anatomica. La casa del custode, unita ad altri locali di servizio, sarà realizzata dalla parte opposta di via Ravegnana, di fronte all’ingresso del cimitero.
I lavori per la costruzione del Cimitero Monumentale furono affidati alla ditta del capomastro Giuseppe Verzocchi che si aggiudicò l’appalto; il cui nipote dall’omonimo nome, divenuto uno dei più importanti produttori di mattoni refrattari a livello internazionale, avrebbe costituito nel 1950 l’omonima raccolta di arte moderna dedicata al tema del “Lavoro”, coinvolgendo i massimi esponenti della pittura italiana del tempo, poi donata alla nostra città.
Agli inizi del Novecento si manifestò con evidenza la necessità di ampliare il cimitero; per le caratteristiche della struttura esistente, si prese in considerazione un ampliamento della superficie alle spalle del Pantheon. Del progetto fu incaricato l’ingegnere capo del Comune Luigi Cerchini, che lo presentò nel dicembre del 1908; l’approvazione avvenne nello stesso mese, ma per il suo finanziamento occorse attendere sino al dicembre del 1914.
Nel 1926 all’ingresso del cimitero fu posto il grande e pesante cancello che oggi vediamo, realizzato da Luigi Lombardi su disegno dell’ingegner Leonida Emilio Rosetti.
Successivamente, nel 1930, su disegno dell’ingegnere comunale Ulisse Montanari, furono completati i lavori per realizzare due accessi al nuovo settore, con la demolizione di tre arcate per lato, a fianco del Pantheon. Altro intervento di rilievo venne realizzato l’anno successivo, nel 1934, con la chiusura delle arcate esterne del loggiato mediante pesanti cancellate in ferro battuto e vetri.
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