Don Antonio Trinidad live al Lupo 340 

CERVIA. La stagione live di Lupo 340 a Milano Marittima (via XXVII Traversa – Arenile, 340) prosegue venerdì 14 giugno (ore 21) con Don Antonio Trinidad, nuovo progetto di Antonio Gramentieri.

Chitarrista (Sacri Cuori, Sea of Cortez, Don Antonio, collaborazioni con Dan Stuart, Hugo Race, Howe Gelb, Marc Ribot, Robyn Hitchcock e John Parish, tra i tanti), produttore, giornalista, scrittore, autore di musiche per il cinema e la tv, organizzatore di festival (l’indimenticato Strade Blu, Terra Mossa), il faentino Antonio Gramentieri è sicuramente il più internazionale fra i musicisti romagnoli di oggi. 

Prima con Sacri Cuori e poi a suo nome, Don Antonio ha suonato nei principali festival e club fra Stati Uniti, Inghilterra, Australia, Europa, Scandinavia e Balcani. Ha portato i suoi brani dal vivo al Tiny Desk di NPR, alla BBC1 a Londra, alla CBS a New York, alla radio e televisione nazionale svedese, australiana, olandese. Ha prodotto dischi e suonato in tour mondiali con Alejandro Escovedo, Dan Stuart, Hugo Race, Richard Buckner, Terry Lee Hale. Ha diviso palcoscenici e registrazioni con Marc Ribot, David Hidalgo, Jim Keltner, James Chance, John Parish, JD Foster, Wayne Kramer, James Williamson, Howe Gelb, John Convertino. In Italia con Vinicio Capossela (sua la produzione di tre brani del recente Tredici Canzoni Urgenti), Nada, Pan del Diavolo, Giulio Casale e molti altri

Ha composto e suonato le musiche della docuserie-evento Netflix Wanna, ha realizzato colonne sonore per il cinema (Zoran il mio nipote scemoUpwelling) e per la televisione (Tanta StradaDelitti). Un suo brano è stato scelto da Volkswagen per la pubblicità della Passat in Svezia e Finlandia.

Trinidad è un ritorno alla musica strumentale: una formazione aperta ricomposto ogni volta intorno a un’idea di collettivo minimo, una stanza dalle pareti semoventi, con cui Don Antonio reinventa ogni sera un repertorio che va dai suoi dischi solisti, a Sacri Cuori, toccando tutti i punti cardinali di un suo immaginario personalissimo che va dalla soundtrack, al blues ai folklori apolidi, fino alla musica contemporanea e all’improvvisazione. Per riaffermare il ruolo di una musica delle radici eppure viva, in perenne evoluzione, in perenne rischio.

Questo post è stato letto 82 volte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *