Messa per Sant’Apollinare a Classe

RAVENNA. È come viaggiare nel tempo e nello spazio, inseguire il filo antico di una tradizione che lega i principali centri della cristianità “padana”, tra i quali anche Ravenna ha un ruolo importante, oltre naturalmente a quello straordinario polo culturale, politico e commerciale che fu Venezia.

Ad accomunarli, tra l’altro, il culto per Sant’Apollinare, o Sant’Aponal, che si rinnova ogni anno il 23 luglio. È appunto seguendo le tracce della rituale celebrazione di colui che a Ravenna riveste il ruolo di santo patrono, che Marco Gemmani alla testa del prestigioso ensemble corale la Cappella Marciana, risale fino al 1670, alla Messa di Giovanni Legrenzi che, molto probabilmente, venne eseguita nella Basilica di San Marco proprio in occasione della solennità riservata a Sant’Apollinare. E la ripropone per Ravenna Festival domenica 23 giugno, alle 21.30, inevitabilmente nella straordinaria Basilica di Sant’Apollinare in Classe.

Il compositore bergamasco Giovanni Legrenzi (nato nel 1626 a Clusone e morto nel 1690 a Venezia) fu uno dei protagonisti di punta del Seicento musicale italiano, poco noto al grande pubblico ma fondamentale nello sviluppo della musica vocale e soprattutto strumentale del secolo successivo – non è escluso che Antonio Vivaldi fosse tra i suoi allievi – e in quegli anni rivestì il ruolo importantissimo di Maestro di Cappella presso la Basilica Marciana a Venezia. Ed è proprio in ossequio all’antico cerimoniale di quella cappella e delle funzioni ufficiali cui prendeva parte il doge, che questa Messa breve – cioè priva del Sanctus e dell’Agnus Dei secondo l’usanza dell’epoca – è costruita secondo un impianto a doppio coro a otto voci a cui, unica innovazione, il compositore unisce un quintetto d’archi, portando così le voci a tredici. Un’architettura complessa che però nel dialogo serrato tra i cori e nel dinamismo incalzante del ritmo non rinuncia all’afflato espressivo.

E, sempre secondo le consuetudini di allora, Gemmani si permette di attingere dalla ricca produzione dello stesso Legrenzi per “interpolare” la Messa, arricchirla tra una sezione e l’altra di ulteriori pagine. In parte tratte dalle sue Sonate Terza e Quarta, provenienti dalla raccolta “La Cetra” pubblicata nel 1682: sonate “da chiesa” che raramente erano eseguite per intero ma quasi sempre erano appunto frazionate all’interno delle liturgie. In parte derivanti da opere dislocate lungo tutto il suo percorso compositivo: dall’op. 3 del 1655 è tratto l’energico Obstupescite, mentre dalla tarda op. 17 arrivano i più intimi mottetti a voce sola Non sussurrate e Omnes gentes. In una sequenza chiusa ritualmente dall’antifona mariana Salve Regina.

Marco Gemmani è il trentaseiesimo Maestro di cappella della Basilica di San Marco a Venezia. La Cappella Marciana è una delle istituzioni musicali più antiche al mondo, la cui presenza è attestata da documenti risalenti al 1316, e il cui prestigio nei secoli è testimoniato dai musicisti che vi hanno operato – tra i tanti Andrea e Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi.

Il giorno stesso nella basilica di Classe, ma alle 10, la Cappella Marciana proporrà invece musiche di Antonio Lotti per la liturgia domenicale di In templo Domini.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org

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