“Impronte dell’anima” in scena al Teatro Rasi

RAVENNA. Nell’ambito delle iniziative legate alla Giornata della Memoria, La Stagione dei Teatri ospita, il 29 gennaio al Teatro Rasi ore 21, uno spettacolo di teatro civile e di testimonianza, che racconta lo sterminio delle persone disabili nel periodo nazista.

Oggi, a raccontare quella storia, sono gli attori-di-versi della Compagnia Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt, nata proprio con questo spettacolo. Dopo tantissime repliche in Italia, il testo è stato tradotto in lingua tedesca, francese e spagnola. In scena uomini e donne che, secondo i parametri nazisti dell’epoca, erano “vite non degne di essere vissute”. Sul palco sono intenti a tracciare un racconto che, un tempo, voleva negare loro la possibilità di esistere e di vivere. Sono testimoni, “sopravvissuti” e “sopravvissute” a quella immane e terribile tragedia.

Con oltre dieci anni di esperienza sulle spalle, Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt è l’unica cooperativa teatrale professionale italiana costituita in maggioranza da uomini e donne in situazione di disagio psichico e fisico che sono diventati attori professionisti.

Uno spettacolo di Giovanni De Martis e Antonio Viganò con Paolo Grossi, Paola Guerra, Alessandra Limetti, Mathias Dallinger, Johannes Notdurfter, Michael Untertrifaller, Maria Magdolna Johannes, Stefania Mazzilli Muratori, Edoardo Fattor, regia di Antonio Viganò, ideazione e collaborazione alle scene Roberto Banci, costumi Sigrid Schwarzer.

Una produzione TEATRO STABILE DI BOLZANO, TEATRO LA RIBALTA-KUNST DER VIELFALT in collaborazione con THEATRAKI e LEBENSHILFE SÜDTIROL.

Spiegano dal Teatro Stabile di Bolzano: “Trecentomila persone, uomini, donne e bambini furono eliminati nella Germania nazista nel periodo 1939-1945. La loro colpa fu quella di non rispettare i parametri che il nazismo, con la complicità degli psichiatri, aveva arbitrariamente stabilito in nome di una razza forte, sana e bella. Si eliminarono disabili, malati mentali, asociali, schizofrenici, epilettici, sordi e muti e il risultato non fu quello di creare una nuova razza, ma dei mostri.
Mostri, perché coloro che hanno ucciso e cremato donne, bambini e uomini ‘non conformi’ non sono diventati esseri superiori, ma degli orchi come nelle fiabe per ragazzi. Le parole eugenetica ed eutanasia irrompono nel dibattito scientifico e nella società. Il corpo umano non appartiene più a chi lo abita e lo vive, nelle infinite sue possibilità, ma allo Stato, nel culto della salute collettiva e nel sacrificio dell’individuo. La capacità produttiva di un individuo è il metro di valutazione della vita umana. In pieno darwinismo e determinismo biologico, con la complicità della scienza, si uccide qualsiasi diversità perché sono vite non degne di essere vissute. Se parliamo di tutto questo con uno spettacolo non è solo per non dimenticare, ma perché oggi le parole eugenetica ed eutanasia ritornano con forza nel dibattito contemporaneo con aspetti etici e scientifici nuovi. Se parliamo di tutto questo con uno spettacolo è perché quelle forme di vita, che non più di 60 anni fa non erano degne di vivere e di riprodursi, a noi raccontano un mondo, un sentire nuovo, un’umanità che siamo felici di aver incontrato”.

Lo spettacolo è in replica il giorno successivo per le scuole. 

In occasione di Impronte dell’anima, Ravenna Teatro ha rafforzato la collaborazione con Camst Group, Hotel Diana e Sol.Co Ravenna.


“Per Camst Group è un vero onore, nell’ambito della collaborazione con Ravenna Teatro, sostenere la realizzazione dello spettacolo Impronte dell’Anima – osserva la vicepresidente di Camst Group, Stefania Ceretti -.
Questa produzione, di lodevole valore artistico, culturale e sociale, nell’occasione della Giornata della Memoria farà riflettere ancora di più sulla diversità e sull’inclusione, valori cari anche a noi di Camst group. Siamo felici di condividere questo impegno con il territorio ravennate attraverso questo spettacolo”.

Sottolinea Marcella Nonnipresidente di Ravenna Teatro: “Ringraziamo le realtà della nostra città che, ancora una volta, hanno dimostrato attenzione e generosità mettendo a disposizione i propri servizi per un progetto che tocca tutta la comunità”.

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