Il fine giustifica i mezzi? Sì se vuole incassare (poco) subito mentre servirebbero scelte lungimiranti

Due diverse filosofie. La politica si interroghi

L’unica cosa certa è che Giorgia Meloni e i ministri non andranno mai a processo. In caso di rinvio a giudizio ci dovrebbe essere il via libera da parte della giunta delle autorizzazioni a procedere dove l’attuale maggioranza ha numeri tali da frenare tutto. Ma un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio da parte del Tribunale dei Ministri (i componenti sono stati estratti) avrebbe un importante peso politico. 

In ballo però c’è molto di più: la filosofia della gestione della politica. In questi giorni Giorgia Meloni è stata chiara: il mio obiettivo è l’interesse nazionale, ha detto. In pratica ha dato ragione a chi sostiene che la liberazione del generale libico è stata fatta per tenere sotto controllo la partenza dalle coste libiche di barche piene di immigrati. Una sorta di: il fine giustifica i mezzi. Cosa che, per certi versi, fece anche il governo Gentiloni col ministro Minniti.

E qui scatta la domanda delle cento pistole: è la filosofia giusta? E’ giusto farsi tenere per gli zebedei da persone di dubbia moralità? Tutto ruota attorno a due aspetti: la propria cultura e lo spessore politico.

Uno statista difficilmente percorrerebbe questa strada. Per una serie di motivi. Non ultimo quello che in ogni momento l’interlocutore può alzare l’asticella della richiesta. Inoltre perché sulle scorciatoie non ci puoi fare conto nel medio lungo periodo anche perché spesso hanno un’altra faccia della medaglia sulla quale prima o poi ci dovrai pagare pegno. L’obiettivo dovrebbe essere cercare una soluzione definitiva. Strada più difficile. E’ quella battuta a Roma dal sindaco Gualtieri. Per un anno ha sottoposto i romani ad una prova di resistenza umana e collettiva con pochi precedenti nella storia della città eterna  – huffingtonpost docet -, infliggendo divieti e file esasperanti al limite del sadismo, ma gli oltre mille cantieri contemporaneamente aperti puntavano su un’altra Roma. Ma adesso raccoglie i risultati.

Scegliere fra le scorciatoie (il risultato immediato, ma che potrebbe essere effimero) e la strada più tortuosa e difficile che porta ad una soluzione definitiva: questo è il vero bivio della politica, ma non solo, anche della vita. Ma, qualunque sia la scelta, un politico o una persona dovrebbe comunque avere il coraggio e la forza di essere chiaro con se stesso e con gli altri. La cosa che non può essere giustificata è fare il pesce in barile cercando di far credere che Gesù Cristo è morto di freddo. Magari sono sempre più le persone che si lasciano abbagliare, ma l’onestà intellettuale resta una ricchezza inaudita. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.