Usi e costumi in occasione della festa della Madonna del Fuoco (di Gabriele Zelli)

Alcuni sono stati dimenticati altri resistono 

La sera che precedeva la festa, cioè il 3 febbraio, i contadini del comprensorio forlivese e oltre bruciavano cataste di fascine di ramaglie in segno di allegria e di devozione alla Madonna del Fuoco. È da questa antica pratica, pian piano abbandonata, che è nata la tradizione dei lumini rossi accesi sui davanzali delle finestre delle case, ad iniziare dal centro storico di Forlì dove non era possibile accendere i fuochi, se non nei tanti orti che esistevano entro le mura.
Alla Madonna ci si rivolgeva per invocare un buon raccolto accendendo i fuochi in suo onore e cantando, ovviamente in dialetto romagnolo: Allegria, allegria, / Madonnina benedetta! / 
Madonnina di Forlì / fate allegria anche a me.
La sera della vigilia, dopo cena, era tradizione riempire delle cannucce di strame tonde e solide con polvere focaia. Verso le diciannove si mettevano le pagliuzze piene in un angolo della tavola e si accendevano con un fiammifero. Non appena bruciato il cappuccio di paglia il fuoco toccava la polvere e a quel punto la pagliuzza faceva un piccolo salto. Nella stragrande maggioranza dei casi la pagliuzza cadeva sul pavimento e girava per la cucina con la fiammella accesa (può essere paragonabile a una girandola innocua utilizzata oggi in occasione del capodanno).
Della consuetudine di prepare queste pagliuzze da molto tempo si è persa memoria. 
In occasione del 4 febbraio a Forlì veniva messo in vendita un vino prodotto solo in zona: l’aleatico, che veniva tratto da un vitigno che dà uva con acini rotondi di color nero-bluastro e aroma caratteristico, da cui si ricava l’omonimo vino, dolce e liquoroso, di color rosso rubino.
Per le strade passavano i venditori che, come se fossero dei banditori, annunciavano che erano in possesso di “alèatic” da vendere. Anche questa tradizione è cessata molti decenni fa.
Una tradizione che si conserva, ma che fa i conti con le esigenze dei palati dei forlivesi da decenni abituati ad altri sapori, è quella della piadina della Madonna del Fuoco.
A Forlì tutto ciò che è schiacciato e commestibile porta il nome di piadina: la “piada” originale (la piè) ovviamente, ma anche la piadina salata che altrove si chiamerebbe focaccia, schiacciata o anche torta salata. La piadina della Madonna del Fuoco è una “specie” autoctona, una sorta di invitante “maritozzo” che non somiglia per nulla alla piadina romagnola e per di più è dolce. Nella versione moderna viene farcita con crema, cioccolata, uvetta o marzapane. Questo chiede il mercato. L’importante, però, è che non manchi l’ingrediente aromatico fondamentale: l’anice, anche se viene prodotta anche senza. Questa è una tradizione che si conserva, non a caso la piadina della Madonna del Fuoco si può già acquistare nei forni, così come nei negozi alimentari e nei supermercati. 

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).