Romanello da Forlì: 500 anni dalla scomparsa di uno degli eroi della Disfida di Barletta

Il ricordo del cavaliere forlivese di Marco Viroli e Gabriele Zelli

Nei primi mesi del 1503, l’esercito francese e quello spagnolo, entrambi con un alto
numero di soldati italiani tra le proprie file, si contendevano il controllo dell’Italia
meridionale. A seguito di un’offesa subita da alcuni militari italiani nella zona di Barletta,
venne lanciata una sfida destinata a entrare nella storia: la celebre Disfida di Barletta,
avvenuta il 13 febbraio 1503. Tra i tredici cavalieri chiamati a difendere l’onore italiano
contro altrettanti francesi, ebbe un ruolo di rilievo Romanello da Forlì, figura avvolta dal
mistero di cui si conosce ancora oggi ben poco.
Non esistono certezze sulla data della sua morte, ma le fonti più accreditate indicano il 24
febbraio 1525, esattamente cinquecento anni fa. Gli studi storici concordano sulla sua
partecipazione alla celebre tenzone e offrono alcune ipotesi attendibili sulla sua vita. In
particolare, una ricerca condotta diversi anni fa in occasione del gemellaggio tra il Lions
Club Forlì “Giovanni de’ Medici” e il Lions Club di Barletta ha ricostruito dettagli
interessanti sulla sua identità.
Secondo questo studio, il suo nome di battesimo era Sebastiano e apparteneva alla
casata dei Romanelli, estintasi nel 1591. Tuttavia, non sembra essere stato di origine
nobile, altrimenti avremmo oggi maggiori informazioni su di lui. Probabilmente proveniva
da una famiglia benestante, forse dedita al commercio del bestiame, dato che
l’equipaggiamento di un cavaliere richiedeva ingenti risorse economiche.
Per quanto riguarda la sua nascita, si ipotizza che sia avvenuta intorno al 1465, poiché il
suo nome compare già nel marzo del 1487 nei registri di pagamento per servizi prestati
come uomo d’arme. Ciò fa supporre che, al momento della Disfida di Barletta, egli fosse
nel pieno della sua carriera militare, con un’età di circa 38 anni.
Con ogni probabilità, Romanello da Forlì strinse un rapporto di amicizia con Bartolomeo
Fanfulla da Lodi, perché fu proprio il padre di quest’ultimo ad avviarlo alla carriera militare.
Inizialmente combatté nelle sue milizie, per poi entrare negli eserciti che si fronteggiavano
nel sud della penisola.

Secondo alcune fonti storiche, cinque anni prima della Disfida di Barletta, nel luglio del
1498, Romanello si trovava a Napoli, dove affrontò in duello un cavaliere spagnolo,
sconfiggendolo in un combattimento all’ultimo sangue. La fama ottenuta grazie a questa
impresa gli valse il titolo di istruttore d’armi, ruolo che lo portò a Roma e poi nella
Compagnia del Duca di Termoli, fino a entrare al servizio di Prospero Colonna. Seguendo
quest’ultimo, comandante del contingente italiano schierato con la Spagna, giunse a
Barletta, dove fu tra i protagonisti della storica vittoria contro i francesi. Come ricompensa,
gli venne assegnato il castello di Zacati, nel Lazio. Tuttavia, la vita da castellano non
faceva per lui e, venduti i suoi possedimenti, riprese la carriera di soldato di ventura.
Nell’aprile del 1512, combatté nella battaglia di Ravenna contro i francesi, ma da quel
momento il suo declino fisico e le difficoltà economiche iniziarono a farsi sentire.
Nel 1523 si trasferì a Milano, poi ad Asti, e due anni dopo prese parte alla battaglia di
Pavia. Secondo alcuni studiosi, morì proprio partecipando a quell’evento, il 24 febbraio 1525.
Altri, invece, sostengono che, dopo quest’ultima battaglia contro i francesi, si ritirò a
vita privata nella sua città natale.

    La tradizione vuole che il suo stemma, raffigurante una croce latina argentea su fondo
    vermiglio, sia stato ripreso nell’attuale gonfalone del Comune di Forlì, stretto tra gli artigli di
    un’aquila imperiale.
    Nel 1903, in occasione del quarto centenario della Disfida di Barletta, il sindaco di Forlì,
    Giovanni Bellini, prese parte alle celebrazioni. Per l’occasione, sulla sommità del
    campanile di San Mercuriale venne issata una campana chiamata “Romanella”, con
    un’epigrafe commemorativa.

    Com’è noto, alla battaglia di Pavia partecipò anche un altro celebre capitano di ventura
    forlivese, Cesare Hercolani, celebre per le sue simpatie ghibelline. Al servizio delle
    insegne imperiali, acquisì grande fama per il suo contributo determinante alla vittoria
    contro i francesi, che portò alla cattura del re di Francia, Francesco I (1494-1547). Per
    questo, l’imperatore Carlo V d’Asburgo (1500-1558), in segno di riconoscenza, lo nominò
    barone e gli concesse numerosi privilegi. Tuttavia, la posizione da lui acquisita divenne
    sempre più scomoda per i suoi avversari e, nel 1534, Hercolani fu assassinato a Forlì da
    un commando di sicari guelfi.

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    Marco Viroli

    Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).