Nei ristoranti servono proposte diverse partendo dalla tradizione

Piatti che sono colpevolmente ignorati

Quella tipica romagnola è una ristorazione che necessiterebbe di una forma di restyling per presentare un’offerta diversa da quella attuale. Non servono però proposte rivoluzionarie e neppure intuizioni da chef gourmet. Invece servirebbe puntare di più sulle ricette della tradizione. Quelle che vengono fatte di continuo nelle case dei romagnoli, ma che solo sporadicamente vengono proposte nei ristoranti. Insomma, bisognerebbe andare oltre la tradizionale grigliata. Per carità, resta un piatto accattivante in particolare se proposta con materia prima di qualità e cotta bene. Le altre proposte più frequenti sono: coniglio, tagliata (solo lontana parente di quella fatta con la fiorentina), lo stinco, raramente il filetto, l’agnello.

Solo raramente invece sono proposti piatti come la trippa e il cotechino (cenone di capodanno a parte) che può essere accompagnato anche con il purè. Il bollito è un altro semisconosciuto. C’è chi lo propone una volta a settimana. Ma è poco. E’ delizioso e meriterebbe di essere valorizzato. Come fa, ad esempio, il Diana di Bologna. Nessuno, poi, propone un altro classico casalingo: costine e salsicce cotte al forno con le patate. Se poi si sceglie la cottura a bassa temperatura (non meno di un’ora e mezzo a 120 gradi) il risultato è incantevole. Invisibili o  quasi le polpette. C’erano (buonissime) nel buffet del Castello. Per il resto in pochissimi le propongono. Eppure sono una gastro libidine, sia col sughetto che in bianco. C’è poi il classico spezzatino, piatto dalla lunga cottura e dai sapori rotondi e ammalianti. Senza parlare poi dell’ossobuco. 

Stesso discorso per i primi. Vanno benissimo le tagliatelle e i ravioli, due classici intramontabili. Ma ci sarebbe tanto altro. A volte si cercano soluzioni più o meno interessanti per le paste ripiene, mentre ci si potrebbe concentrare di più su piatti che nelle nostre case sono sempre presenti. A partire dagli strozzapreti, pasta che, per la verità, è abbastanza diffusa nei ristoranti. Lo sono meno i gnocchi, primo sontuoso. Sono il massimo col ragù di carne. Quasi completamente assente è la polenta che nei mesi invernali in parecchi  gradirebbero. Ma le vere sottostimate sono le lasagne. C’è chi le propone qualche volta mentre meriterebbero di essere nei menù tutti i giorni.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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