

All’età di 95 anni è deceduto il pittore e poeta forlivese Arrigo Casamurata. Nato il 5 novembre 1930 si è dilettato fin da giovane nello scrivere poesie in dialetto romagnolo. Inizialmente mettendo in rima avvenimenti che accadevano nell’ambito scolastico, esposti in maniera spiritosa allo scopo di suscitare buon umore e qualche risata. In seguito l’attività professionale, svolta soprattutto in ambito cooperativo, lo ha portato a conoscere da vicino il mondo agricolo e da questo ha tratto gran parte della linfa che ha alimentato la sua vena poetica e quella di pittore, dandogli la possibilità di immortalare vicende e situazioni che lo colpivano particolarmente. La predilizione per la satira, che caratterizzano gli oltre 2.000 sonetti che portano la sua firma, non gli ha impedito di affrontare tutti i temi sociali più rilevanti, in molti casi con un accentuato lirismo. Da segnalare un cospicuo numero di silloge dedicate ai terribili mesi vissuti dalle nostre comunità nel 1944 durante la Seconda guerra mondiale.
A partire dagli anni Novanta del secolo scorso ha iniziato a partecipare a incontri, trebbi poetici, concorsi letterari riscuotendo molto consenso e aggiudicandosi anche prestigiosi riconoscimenti.
Nel 2004 la rivista “La Piê”, gli ha conferito il riconoscimento “La Raganella d’Argento” e nel 2014 l’Associazione Istituto “Friedrich Schürr”, gli ha assegnato l’ambito premio “L’argaza d’arzent”.
Arrigo Casamurata è stato socio di gran parte delle locali Accademie e Associazioni Culturali che tendono a valorizzare e a sostenere il dialetto romagnolo.
Una minima parte della sua produzione è contenuta nel libro “Senza pil int la lengva” (Senza peli nella lingua, raccolta di sonetto dialetto di Forlì, con illustrazioni dell’autore), edito nell’ottobre 2008, con decisivo intervento economico da parte di Conad, così come volle Vitaliano Brasini all’epoca presidente della Cooperativa Commercianti Indipendenti Associati (CIA), mentre molte altri suoi sonetti sono stati pubblicati su riviste, in particolare su “La Ludla”. Nel 2011 ne ha composti due che raccontano la fuga da Roma di Giuseppe Garibaldi dopo la soppressione della Repubblica Romana del 1849, poi pubblicati nel volume, di cui disegnò anche la copertina, “Sentiero Garibaldi. Lungo la ‘Trafila Garibaldina’ da Forlì a Modigliana” a cura di Orazio Marchi e Giorgio Assirelli, con prefazioni di Roberto Balzani e Gabriele Zelli, edito dal Club Alpino Italiano, Sezione di Forlì.
Con la stessa “poetica” che lo ispirato nel campo letterario Casamurata si è dedicato alla pittura prediligendo la tecnica all’acquarello. Anche in questo campo ha ottenuto premi e grandi soddisfazioni nelle circa sessanta mostre personali allestite nel corso degli anni in diverse città romagnole e non solo.
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