4 Luglio 2025
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(ph. Marco Borrelli)

(ph. Marco Borrelli)

RAVENNA. È da sempre protagonista indiscusso di Ravenna Festival: Riccardo Muti, insieme all’Orchestra che ha fondato vent’anni fa e che da allora ha qui la propria residenza estiva, ha segnato in modo innegabile anche questa XXXVI edizione.

Prima ha dato il via ufficialmente al cartellone ospitando in concerto il giovane talento del violinismo internazionale Giuseppe Gibboni, poi ha chiamato a raccolta cori e coristi italiani, dirigendo una stupefacente masterclass con oltre tremila voci – un viaggio dell’amicizia veramente speciale. Infine, sabato 5 luglio, ritorna sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, di nuovo al Pala De André, alle 21. Sul leggio partiture che non lasciano scampo, importanti, poderose: la Sinfonia da I vespri siciliani di Verdi, l’Italiana di Mendelssohn e la Quinta di Beethoven, una sorta di, incompleta eppure esemplare, summa sinfonica ottocentesca. Il concerto è reso possibile dal sostegno di Eni, main partner di Ravenna Festival.

Culmine del programma è una delle opere più celebri dell’intera storia della musica, una di quelle che superando confini di genere, di codice artistico e di contesto, è divenuta patrimonio universale. A richiamarla è sufficiente citare il celebre “ta-ta-ta-tàaaaaa”: il motto che ne costituisce il nucleo tematico e che innerva di sé tutti i quattro movimenti della partitura. Stiamo parlando ovviamente della Quinta Sinfonia in do minore op. 67 composta da Ludwig van Beethoven nel 1808. La Sinfonia del “destino che bussa alla porta”: incisiva e dirompente, poco più di mezz’ora di musica e un distillato di titanica energia che si dipana in un percorso narrativo e ideale di trasformazione dal negativo al positivo, dal male al bene, dal buio alla luce della libertà – del resto, alcuni hanno notato che le celebri quattro note, a confermare lo spirito “rivoluzionario” beethoveniano, assomiglierebbero a un motto “giacobino” impiegato in canzoni francesi d’epoca repubblicana.

Un termine di paragone, Beethoven e le sue sinfonie, che nessun compositore ottocentesco avrebbe poi potuto evitare, neppure Felix Mendelssohn-Bartholdy, di cui Riccardo Muti ha deciso di eseguire la Quarta Sinfonia in la maggiore op. 90, detta Italiana perché l’idea di comporla prese corpo proprio durante il suo Grand Tour lungo la penisola, nel 1830: Venezia, poi Firenze, a lungo Roma, eppoi Napoli. Proprio nella biblioteca del Conservatorio partenopeo è serbato il manoscritto in parte autografo di un Concertino che testimonia un primo stadio del movimento iniziale dell’Italiana: la sua elaborazione sarà lunghissima se si pensa che, dopo la prima esecuzione diretta dallo stesso Mendelssohn nel 1833 alla Philharmonic Society di Londra, cominciò un processo di revisione che sarebbe terminato solo con la morte, nel 1847, sempre nel segno di un equilibrio formale sommo, di una eleganza timbrica e una luminosità capaci di nascondere all’ascolto ogni tribolazione interiore.

Il soggetto è più che mai “italiano” anche in apertura di concerto, ma certo di tutt’altro stile. È la celebre Sinfonia da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi: poco meno di dieci minuti fulminanti, che compendiano il fiammeggiante clima emotivo dell’intera opera. Opera che il grande bussetano compose per Parigi nel 1855 ma il cui soggetto è tratto da una pagina eroica della storia d’Italia: la rivolta popolare scoppiata a Palermo nel 1282 contro i dominatori francesi, che provocò la guerra che avrebbe portato all’instaurazione del dominio spagnolo sull’isola. Un tema dunque patriottico, che infatti nel nostro Paese mise in allerta la censura. Berlioz, che assistette alla prima parigina, a proposito dei Vespri scrisse di «penetrante intensità dell’espressione melodica», di «sontuosa varietà e sobrietà sapiente della strumentazione» e ancora di un «colore caldo che si vede ovunque brillare» e di una «dimensione di nobile grandezza e di regale maestosità». Caratteri che non mancano alla Sinfonia introduttiva che cuce insieme i temi principali dell’opera con espressività dirompente.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org

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