5 Dicembre 2025
matteo salvini

Il Ponte sullo Stretto di Messina è uno degli argomenti che da mesi tiene banco. Soprattutto per la determinazione di Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture. Una volontà che, nonostante i distinguo della Corte dei Conti, porterà all’avvio dei lavori. Ma i dubbi rimangono. Anzi, crescono. Non sono legati al progetto e ai distinguo dei giudici contabili, ma a motivi di opportunità. 

Il ponte sarà certamente utile, ma lo è molto meno rispetto ad altre infrastrutture. Prima fra tutte il completo restyling della E45. Però il governo non ne vuole sentire di fare un passo indietro. Anzi, l’impressione è che su questa partita Giorgia Meloni sia ostaggio delle impuntature di Salvini. Non a caso, dopo le reprimende della Corte dei Conti, la premier ha affidato la supervisione del progetto a persone di fiducia, ma non lo ha fermato. Non ha voluto togliere il “giocattolo preferito” al suo ministro delle Infrastrutture. 

Eppure ci sarebbero tanti modi migliori per spendere quei 13,5 miliardi. Ad esempio, si potrebbero dirottare sul piano casa che forse è la necessità primaria dell’Italia. 

Qualche giorno fa Techne, a Cesena, ha organizzato un focus group con dodici stakeholder. E’ emerso (per l’ennesima volta) che uno dei problemi del territorio è la mancanza di manodopera. Tema che era stato sollevato anche da Legacoop, costretta a creare rapporti di ricerca e selezione in Africa, Est Europa, India e America Latina per cercare manodopera per soddisfare le richieste delle coop romagnole che non trovano dipendenti. Ci sono ottocento richieste inevase. Ma anche la ricerca all’estero non è facile in quanto la  competizione per attrarre talenti è molto forte. Soprattutto da Germania, Spagna, Canada e Medio Oriente. Servono 6-8 mesi per selezionare i candidati, formarli e portarli in Italia.

Nello stesso tempo però bisogna risolvere problemi come lingua, livello retributivo e soprattutto casa. Quest’ultimo è di difficilissima soluzione. Trovare abitazioni è difficile e quelle disponibili hanno canoni d’affitto molto alti. Nella maggioranza dei casi insostenibili per una famiglia con un solo reddito. 

Ma Cesena non è un caso isolato. Anzi, tutt’altro. Ma è impensabile che possano porre rimedio le amministrazioni locali. E’ fondamentale l’intervento dello Stato. Ma fino ad ora ci sono state solo parole.

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