Mercoledì 21 dicembre 2016, alle ore 16.30,
Presenterà l’incontro Renata Penni, direttrice della Biblioteca Comunale.
Per informazioni 0543 712 608 – 0543 712 628.
Inizierà Marco Viroli esponendo l’itinerario dantesco elaborato insieme a Sergio Spada e Gabriele Zelli. Troppo spesso accade che chi prende in considerazione la vita di Dante tenda a sottovalutare il rapporto strettissimo che l’Alighieri ebbe con Forlì, una delle prime città in cui trovò rifugio e accoglienza dopo la cacciata da Firenze. Fu qui, infatti, che, nel 1302, il Sommo Poeta fu ospite della famiglia Ordelaffi. Da qui, insieme a Scarpetta, capo del partito ghibellino e signore di Forlì, organizzò un tentativo di rientro a Firenze, impresa che non ebbe però esito felice poiché il podestà fiorentino, Fulcieri da Calboli, anch’egli forlivese e nemico degli Ordelaffi, riuscì ad avere la meglio nella battaglia per occupare il castello di Pulicciano. La successiva sconfitta dei guelfi bianchi e dei ghibellini sancì definitivamente l’impossibilità per Dante di fare ritorno in patria. Fu così che, con ogni probabilità, il “Ghibellin fuggiasco” iniziò proprio a Forlì a comporre I primi versi di quello che è divenuto uno dei più grandi poemi della storia dell’intera letteratura mondiale. Forlì si impone perciò di diritto all’attenzione generale per essere considerata città dantesca a tutti gli effetti. Le tante indicazioni e riferimenti presenti nella Divina Commedia consentono di proporre un itinerario dantesco all’interno del centro cittadino molto importante, sia per valenza storica sia per rimandi letterari.
Gabriele Zelli traccerà poi un primo itinerario alla scoperta dei luoghi di Ebe, l’opera di Antonio Canova, a partire dal 1816 quando la contessa Veronica Zauli Naldi Guarini la commissionò al celebre scultore per decorare il palazzo di famiglia. Fin dalla sua nascita l’Ebe ha avuto una storia avventurosa. Prima fu a Firenze, poi a Forlì dove rimase a lungo nel Palazzo Torelli Guarini e successivamente nel Palazzo Orsi Guarini Matteucci, entrambi in corso Garibaldi. Nel 1887 la statua fu venduta dagli eredi della contessa al Comune di Forlì che l’acquistò dopo un’infuocata seduta del Consiglio Comunale. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu nascosta in un capannone agricolo a Borgo Sisa, presso Villa Beltramelli, poi fu ricollocata nella Pinacoteca Comunale, prima nel Palazzo della Missione, l’attuale sede della Provincia e, a seguire, nel Palazzo del Merenda. Dal 2009 Ebe è custodita ai Musei San Domenico, nella sala circolare appositamente progettata per assomigliare a quella ellissoidale di Palazzo Orsi Guarini Matteucci (ora Foschi) all’interno della quale trovò alloggio per un certo periodo. Nel percorso narrativo sarà inclusa la chiesa della Santissima Trinità di piazza Melozzo che al suo interno conserva il monumento funebre di Domenico Manzoni scolpito dallo stesso Antonio Canova.
Il secondo itinerario che Gabriele Zelli proporrà farà riferimento alla vita del tenore Angelo Masini, a partire dalle sue umili origini sociali. Masini nacque, infatti, da una modesta famiglia del popolare quartiere di Schiavonia. Nonostante ciò, grazie al suo innato talento, riuscì ad arrivare ad avere uno straordinario successo in tutto il mondo come cantante lirico, tanto da divenire uno degli artisti prediletti da Giuseppe Verdi ed essere soprannominato “Tenore Angelico”. Il percorso narrativo si snoderà attraverso la nostra città con alcune tappe d’obbligo: Palazzo Sangiorgi, oggi sede dell’Istituto Musicale che porta il nome del tenore forlivese poiché fu istituito nel 1926 in base a un consistente lascito testamentario dello stesso Masini; Palazzo Gaddi, sede del Museo Romagnolo del Teatro dove in una sala sono conservati cimeli appartenuti a Masini; piazzetta della Misura dove sorgeva il Teatro Comunale in cui Masini ottenne uno straordinario successo; corso della Repubblica dove si trova il palazzo nel quale il tenore visse fino alla fine dei suoi giorni.
Questo post è stato letto 210 volte