Cesena ha un centro storico molto piccolo e troppe auto. Un problema di difficile soluzione. Sono diverse le esigenze da tutelare. Se poi il tema si affronta per spot resta l'immobilismo
Mi piace la politica e mi piace discuterne. Ho una mia idea e dei miei valori, ma non mi sono mai arroccato sulle mie posizioni. Per lo meno non mi sono mai chiuso al dialogo. Ma non mi piace il clima che c’è adesso come non mi piace il livello dei nostri politici. Il ministro del Tesoro che nell’aula del Senato parla di Europa di fronte a tredici senatori, che i cronisti definiscono annoiati, è una delle fotografie più emblematiche del livello della politica tricolore. Eppure il futuro dell’Unione Europea sarà il tema dominante della prossima campagna elettorale. Non dimentichiamoci che la proposta di un’Europa a due velocità, fatta da Angela Merkel, apre uno scenario inedito, ma tutt’altro che irrealistico. Quindi, a mio avviso, ha ragione Massimo Giannini quando, su Repubblica, scrive che dall’Europa che verrà dipenderanno le vite di noi cittadini che la abitiamo. La crescita e il lavoro, il welfare e le tasse. Ma nel paese – accusa -, al di là delle schermaglie tattiche e delle sparate strumentali, manca la percezione della posta in gioco.
L’impressione è che la nostra politica sia sempre più pronta allo strepitoso usa e getta da studio televisivo e sempre meno capace di elaborare un pensiero con una visione a medio lungo termine. Insomma, vediamo la pagliuzza e non ci accorgiamo della trave. Gli stessi problemi, a mio avviso, ci sono anche a livello locale. Scontrarsi sui piccoli temi quotidiani potrebbe anche andare bene se poi, nel contempo, fosse anche elaborata una proposta per lo sviluppo della città.
Si dibatte, ad esempio, su come funziona una centralina per la misurazione della qualità dell’aria e non si discute di cosa fare per migliorare la qualità dell’aria stessa. Non è un problema di lana caprina. In città c’è un altissimo numero di auto. Quasi una per ogni abitante. Un dato è certo: ci sono troppe auto e il centro storico è piccolo. Uno dei più piccoli d’Italia e, quindi, con una delle maggiori concentrazione di vetture. Il sessanta per cento dei cittadini residenti si concentra nel raggio di tre chilometri. La rotonda Torre del Moro da quella della Foglia dista solo sei chilometri (non in linea d’aria) ed il centro storico si estende per soli sessantotto ettari.
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I quasi 95 mila abitanti della città stanno stretti in queste misure, che appaiono ancora più vincolanti se confrontate con quelle di altre città italiane. Forlì con 116 mila abitanti (oltre ventimila in più rispetto che a Cesena) ha un centro storico di 163 ettari (quasi il triplo di Cesena), Alessandria con 93 mila abitanti ha a disposizione 177 ettari. Cremona ha 73 mila residenti e un centro di 169 ettari, Mantova 48 mila abitanti e un centro di 238 ettari.
È chiaro che una situazione compressa come quella di Cesena è destinata a creare problemi alla qualità dell’aria. Premesso che la situazione del funzionamento della centralina va chiarito in tutti i suoi aspetti, il problema quindi non è quello, ma proporre un piano organico sul traffico. Purtroppo a Cesena quando si parla di mobilità ci si concentra su piazza della Libertà. Adesso, volenti o nolenti, l’argomento è stato tolto dal tavolo. La speranza è che si vada oltre partendo dal presupposto che una politica della mobilità deve far rima con quella dello sviluppo economico e, quindi, del centro urbano.
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