Per sostituire Dionigi. Sarebbe molto utile in questa fase finale della legislatura. Paolo Lucchi deve occuparsi direttamente di piazza della Libertà. Non può sbagliare il rigore
L’idea non è nuovissima. Qualcosa del genere aveva già fatto Giordano Conti, nella seconda parte della sua prima legislatura. Lui lo definì l’assessore alle piccole cose. In pratica un esponente della giunta che si occupa delle piccole beghe quotidiane. Quasi emergenze. Quei problemi che sembrano poca cosa, ma che invece sono vissuti con enorme fastidio dalle persone. Io credo che ogni giunta dovrebbe avere una figura del genere, ma che si occupi soprattutto delle manutenzioni, a partire da quelle stradali. Insomma, un assessore alle Manutenzioni.
E, se fossi in Paolo Lucchi, sindaco di Cesena, prenderei in considerazione questa soluzione per la sostituzione di Tommaso Dionigi. Avverrà all’incirca fra dieci/quindici giorni. La valutazione parte da una serie di considerazioni. Innanzitutto trovare una persona con le competenze di Dionigi è molto, molto difficile. Poi siamo nella fase discendente della legislatura. Ormai si tratta di portare a termine il lavoro impostato e gestire l’ordinaria amministrazione. Inoltre si entra nella fase in cui si accelera sulle manutenzioni, a partire da quelle stradali. Quindi potrebbe servire una persona che si occupi proprio di quello. Uno con un ruolo quasi più tecnico che politico.
Si potrebbe legittimamente ritenere che una delega simile potrebbe essere affidata ai Lavori pubblici. Ma questa è un’altra cosa. Avrebbe competenze su interventi che prevedono spese molto più basse, ma che hanno tempi di realizzazione immediati. Dovrebbe essere un assessorato affidato ad una persona molto esperta del settore (un Marino Montesi, tanto per capirci), particolarmente operativa e che dovrebbe lavorare a stretto contatto coi Quartieri, ma, soprattutto, essere sempre sul territorio o, per lo meno, avere antenne sempre accese.
Va da sé, naturalmente, che le deleghe di Dionigi dovrebbero essere distribuire fra gli altri assessori. Cosa che, in parte, è comunque già prevista. Il sindaco però dovrebbe tenersi il progetto del rilancio di piazza della Libertà. Dopo biblioteca Malatestiana e Foro Annonario, non può sbagliare anche questo rigore. La trasformazione di piazza della Libertà è un segno distintivo dell’amministrazione Lucchi. Per avere successo deve diventare quel magnete che al centro storico continua a mancare. E per farlo dovrà esserle data quell’anima distintiva che non ha avuto il Foro Annonario. Questa è una materia che Lucchi conosce molto bene. Quindi non può delegare un tema così delicato.
È vero che il passato dimostra che la querelle sul centro storico non ha mai spostato voti, però riuscire a dimostrare che l’operazione piazza della Libertà ha portato dei vantaggi sarebbe importante. Come, invece, le opposizioni avrebbero buon gioco a lanciare strali velenosi e anche un po’ di più se fosse creata una cattedrale nel deserto.
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