Come si sono salvate le banche dalla crisi del 2008

Interessante e stuzzicante post di Giancarlo Petrini, direttore del Credito Cooperativo Romagnolo

Mai banali. Graffianti al punto giusto. Ricchi di dati. Interessanti. È sempre un piacere leggere i post di Giancarlo Petrini, direttore del Credito Cooperativo Romagnolo. Quello caricato poco dopo le 12 di oggi poi è particolarmente bello. Merita di essere letto anche perché fa chiarezza su una fase storica molto importante. 

La crisi del 2008 nasce da una forte pressione del sistema imprenditoriale che denunciava le banche di non dare sufficiente credito, affiancato da una buona parte dei politici. questa visione nasce attorno al 2000. l’80% degli imprenditori, professionisti, artigiani, commercianti, ha utilizzato parte del denaro avuto a prestito per fare investimenti speculativi nell’immobiliare creando una enorme bolla speculativa. Le banche sono state pressate dalle imprese per avere credito che essendo a buon mercato ha permesso agli imprenditori più spregiudicati di dirottare i finanziamenti su speculazioni. quando si manifestò la crisi immobiliare, e la crisi economica conseguente, le imprese non avevano liquidità per superare la crisi poiché i finanziamenti erano ingessati nell’immobiliare. 

Giancarlo Petrini

Spregiudicati e improvvisati politici hanno sostenuto la linea delle banche corrotte, insane, usuraie sostenendo e giustificando il non pagamento dei debiti. La giustizia lenta ha fatto il resto. considerate che un fallimento si chiude dopo 10 anni quando va bene, ma arriva anche a 30 anni. Tanti imprenditori che avevano comunque la possibilità di pagare, attraverso escamotage hanno sottratto il proprio patrimonio e non hanno fatto fronte ai propri impegni creando un danno a tutti. Impunibili secondo la legislazione italiana che, al contrario degli altri stati, non riconosce il reato della truffa bancaria. 

Non dimentichiamoci che le banche prestano denaro dei risparmiatori frutto molto spesso di rinunce e perciò sono i primi che vanno tutelati e soprattutto rimborsati. La crisi ha spazzato via le banche mal gestite. Ora quelle rimaste sono imprese a tutti gli effetti e si comportano come qualsiasi impresa. La vigilanza alla quale sono sottoposte impedisce di sfruttare le disgrazie altrui. Quindi niente tassi usuranti, niente condizioni non condivise, massima trasparenza. 

Giancarlo Petrini

Le banche italiane hanno perso in questi 10 anni 200 miliardi di crediti su 1400 miliardi di prestiti. ne perderanno altri 50 miliardi dal covid19. Sono costate allo stato circa 15 miliardi, dei quali 7 miliardi saranno restituiti. Le banche hanno salvato il sistema economico lasciato solo dallo stato, governato in questi ultimi 20 anni da speculatori e incompetenti. Sapete come? Con un enorme colpo di fortuna. Quando SuperMario dichiarò che la BCE avrebbe difeso l’euro a qualsiasi costo e iniziò l’acquisto dei titoli di stato con il Quantitative easing, i btp decennali che allora rendevano il 5% scesero gradualmente al 1,5%. per effetto degli acquisti che le istituzioni internazionali fecero, fiduciose della vigilanza europea sul debito Italiano. 

L’aumento della domanda ha fatto aumentare i prezzi dei titoli di circa il 40%. le banche italiane avevano in portafoglio titoli per 400 miliardi. Si è così generata una plusvalenza di circa 130 miliardi. Questa fortuna ha permesso il salvataggio delle banche italiane che si sono liberate dei crediti deteriorati senza alcun costo per la società. In questo momento tutti vogliono avere il credito previsto dai decreti pur non avendone il diritto e pur non avendone la necessità. Sono quelli che se gli rispondi negativamente fanno più caos e si arrabbiano. Usano social e associazioni di categoria in modo improprio e disonesto. 


Giancarlo Petrini

Continuate in questa politica e poi lamentatevi dell’Europa. Se affondiamo ce la siamo cercata, votando degli speculatori che impediscono a chi ne ha capacità, di emergere, e lasciando spazio a comici, nullafacenti, imbonitori in rete. 

Il popolo italiano si fa trattare da idiota (in Romagna si usa dire: e fa e scioc par no paghè e dèzi) ma si arrabbia se lo chiami idiota perché crede di essere più furbo degli altri.

Citando Woody Allen: è possibile per una persona intelligente fare l’imbecille. È impossibile per un imbecille fare l’intelligente.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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