Dopo gli annunci un confronto giunta parti sociali. Se ognuno farà la sua parte ne guadagnerà mio territorio. Non deve essere consociativismo, ma concertazione intelligente. Senza onestà intellettuale si perderà solo tempo
Bella iniziativa quella che si terrà domani sera (giovedì sei luglio, inizio alle 21,30) al festival de l’Unità. Si tratta di un confronto fra giunta e forze sociali. Ma è molto di più della classica tavola rotonda. L’obiettivo è passare dalla conflittualità alla condivisione di una visione strategica per il territorio.
Mi verrebbe da dire che è il momento che sancisce il nuovo corso lucchiano. Se le opposizioni non l’hanno ancora capito, il sindaco ha cambiato marcia. Non mi è mai piaciuto fare dietrologia, quindi non mi interessa indagare sul perché, ma voglio capire cosa succederà.
La svolta di Paolo Lucchi è vecchia di qualche mese. La annunciò quando si insediò il nuovo assessore alle attività produttive. Il sindaco disse che il nuovo componente della giunta era stato scelto proprio per le sue capacità relazionali, aspetto nel quale la squadra che guida la città doveva migliorare.
L’apertura al dialogo alla città, ma in particolare alle parti sociali, è poi stato rilanciato ad ogni piè sospinto. Lucchi, ad esempio, lo ha fatto nel corso dell’assemblea della Lega delle Cooperative o al Confartigianato day.
È una svolta che condivido senza mezzi termini. Chi mi conosce sa che sono sempre stato un tifoso del dialogo. A 360 gradi, ma, in particolare, con le forze intermedie. Attenzione, io non parlo di consociativismo. Non ci deve essere nessuna forma di divisione del potere, ci deve invece essere una condivisione del potere. In un sistema, però, nel quale ognuno fa la sua parte e ognuno cerca di arricchire il dibattito. Forse è indovinata la definizione “concertazione intelligente”.
A me piace la definizione “di lotta e di governo”. Ecco, tutti devono rispondere a queste caratteristiche. Anche la giunta. Perché anche chi governa deve essere di lotta e battere i pugni sul tavolo. Allo stesso tempo gli interlocutori (in questo caso le forze sociali, ma il discorso vale anche per le opposizioni) oltre ad essere di lotta devono saper essere propositive e presentare dei progetti finalizzati a migliorare il territorio. Poi possono essere accettati o no, oppure solo in parte. Chi ha il compito di decidere è il governo. È stato votato per quello. La parola finale spetta al sindaco. La responsabilità è la sua e solo il tempo dirà se ha fatto morire scelte giuste.
Se l’incontro partirà da questi presupposti e se alla base ci sarà l’onestà intellettuale sarà un bel momento per la città. Se, invece, non si avrà una visione d’insieme si sarà solo perso tempo. E sarebbe veramente un peccato.
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