Le istituzioni pubbliche ed i partiti politici dovrebbero stare lontani dalle decisioni che riguardano gli enti privati; lo dimostra la storia italiana passata e recentissima e tutti dovrebbero darlo, ormai, per scontato.
La legge sulle fondazioni bancarie (Ciampi-Pinza) offre, infatti, ampie garanzie alle istituzioni locali e alle associazioni di rappresentanza degli interessi collettivi, di poter essere rappresentate da propri esponenti all’interno degli organi di governance delle stesse e lo statuto della Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì regolamenta molto bene questo principio.
Le istituzioni e la politica devono, dunque, fermarsi qui; cosa che, peraltro, sta già accadendo per il rinnovo degli organi di governo delle CCIAA in cui sono proprio le predette rappresentanze ad eleggere i proprio organismi.
I rappresentanti delle istituzioni devono avere la sola preoccupazione di svolgere appieno il proprio ruolo amministrativo altrimenti rischiano di dare l’impressione di non aver capito nulla di ciò che è accaduto nella vicenda MPS.
Le ultime elezioni hanno, del resto, incontrovertibilmente dimostrato che la gente vuole che i tentacoli della politica stiano fuori da queste scelte; fino ad oggi, fra l’altro, la governance della Fondazione, determinata dai suoi propri meccanismi, ha dimostrato di svolgere, nel generale consenso, un’azione illuminata che, non di rado, ha avuto un ruolo di vera e propria “supplenza” rispetto alle incertezze e ai “vuoti” delle istituzioni locali.
Non si comprende così perché, a parere di qualcuno, le decisioni di un gruppo ristretto vadano bene quando è proprio questi ad essere designato come socio – con criteri/privilegio su cui in tanti, compreso il sottoscritto, si sono spesso interrogati – e non sono accettabili, invece, quando determinano il loro vertice.
Ho letto opinioni critiche in merito alla cosiddetta “cooptazione” che dovrebbe essere evitata. Dico: attenzione a usare certi concetti, la cooptazione è stata la causa della sconfitta elettorale del PD proprio perché, con un metodo di scelta dei candidati che si potrebbe definire “a partecipazione popolare controllata”, è stata mortificata la libertà di scelta dei cittadini che, infatti, hanno indirizzato altrove il loro consenso.
La gente ce lo ha detto con chiarezza nell’urna: basta coi politici che intervengono su tutto, ma non fanno il loro mestiere! I parlamentari, perciò, dovrebbero preoccuparsi innanzitutto degli interessi generali del territorio e non “impicciarsi” in questioni che non competono loro, magari solo allo scopo di controllare tutto, compreso il sistema di rappresentanza della società civile.
A quanti dicono che per la Fondazione andrebbe utilizzato il “Metodo Grasso” rispondo, però, che sono completamente d’accordo. Il Presidente del Senato (peraltro candidato al parlamento previa cooptazione) non è stato scelto, infatti, a “suffragio universale”, ma dai senatori; perciò ben venga la scelta del nuovo Presidente da chi, per statuto, ha il diritto di voto. Non dai parlamentari, dai Sindaci e dai Presidenti di Provincia che, finirebbero, per andare ad occupare spazi che non solo loro propri.
Vedo che si fa il nome di Roberto Pinza. Innanzitutto sarei lieto di sapere se c’è in Pinza questa disponibilità (e aggiungo: magari!); fino ad oggi, infatti, altri hanno fatto il suo nome, ma non mi risulta che lui abbia dato, in merito, un qualunque riscontro.
Vorrei però consigliare, a chi sta dando giudizi sulla sua persona, di essere più riservato. Certe opinioni, i nostri parlamentari locali e noi amministratori pubblici, le esprimeremo quando potremo vantare di aver dato al territorio, non dico tanto, ma almeno il 20% di quello che personaggi come Pinza, Melandri, Mattarelli, Satanassi, Zanniboni e Ascari Raccagni, hanno saputo realizzare senza fare dichiarazioni sui giornali. Dall’Università all’IRST, da Romagna Acque alle Gallerie Caproni, senza elencare le tante importanti opere infrastrutturali realizzate sul territorio, tutto parla di loro. Non di altri.
Vorrei, insomma, raccomandare maggior contegno e vorrei farlo con un pensiero di Santa Teresa di Gesù: “Non t’ingerir mai di cose che non ti riguardano e così non conoscerai che i tuoi soli difetti”.
Massimo Bulbi, via Facebook
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