Forlì, partiti i saldi invernali: occhio al decalogo

Si sono aperti il 5 gennaio i saldi invernali che dureranno fino al 5 marzo. Nei negozi tradizionali il consumatore troverà beni ed accessori proposti ad un prezzo particolarmente favorevole, spesso con sconti che raggiungono il 50% sul prezzo normale di vendita.

“Anche quest’anno l’aver iniziato i saldi nella giornata del 5 gennaio consentirà di utilizzare appieno tutto il week end della Befana durante il quale, speriamo, ci sia una grande frequentazione di pubblico nei nostri centri storici, con effetti positivi sullo shopping” ha spiegato il direttore Confcommercio Alberto Zattini. Secondo l’Osservatorio della Confcommercio Forlì le famiglie spenderanno durante i saldi invernali in media 320 euro. “Dopo un Natale nel quale il settore più premiato è stato il “Made in Italy” e con un bilancio provvisorio senza lode e senza infamia – rimarca il direttore Confcommercio Alberto Zattini – la speranza passa ora per i saldi. Le vendite di fine stagione pur essendo una grande opportunità per i consumatori non saranno sufficienti per gli imprenditori locali a colmare un gap di consumi fortemente condizionato da un andamento che resta incerto ed altalenante. Dall’indagine da noi condotta emerge che durante i saldi le preferenze andranno ai capi di abbigliamento, calzature, accessori e biancheria intima: esiste infatti una fetta di clientela sempre più vasta che attende i due mesi dei saldi invernali ed estivi per effettuare gli acquisti programmati”.
Per evitare beffe ecco il decalogo “Saldi tranquilli” per ricordare a commercianti e consumatori regole e tutele nel periodo degli sconti, con sei punti fondamentali. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. Esposizione dei prezzi: come in tutte le vendite speciali esiste l’obbligo di esporre al pubblico il prezzo iniziale di vendita, la percentuale di sconto e il prezzo scontato finale. Pagamenti elettronici: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione. E’ previsto da giugno l’obbligo di accettazione dei pagamenti tramite pos (bancomat-carte di debito) sopra i 30 euro. Disposizione della merce: al fine di non indurre il consumatore in errore, è fatto obbligo disporre le merci offerte in saldo in maniera inequivocabilmente distinta e separata da quelle che eventualmente siano contemporaneamente poste in vendita alle condizioni ordinarie. Ove tale separazione non sia praticabile, la vendita ordinaria viene sospesa. Prova dei capi: non c’è obbligo. La possibilità di fare “provare” i capi in saldo è rimessa alla discrezionalità del negoziante. Cambi di prodotti acquistati in saldo: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

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Fabio Blaco

Fabio Blaco è il fotoreporter del Corriere Romagna e del mensile La Romagna Cooperativa, oltre che di numerose istituzioni pubbliche e private. Grande appassionato di storia locale, su Romagnapost.it pubblica le gallery e gli eventi più importanti del territorio. Per contatti: fabioblaco.fotoreporter@gmail.com