Il PD deve scegliere, se vuole essere un partito di sinistra, o un accrocchio neoliberista. Questo vuol dire che, al di là delle mere dichiarazione di intenti, contano i fatti. Leggo che l’Ausl , nell’ambito della spending review intende mettere in discussione l’appalto del servizio di pulizie, che consente a 193 persone, spesso in condizioni disagiate, di guadagnare tra gli 800 e i 1000 euro al mese. Ora capiamoci, se spending review vuol essere un eufemismo per macelleria sociale, possiamo essere d’accordo. Ma se i tagli, non chirurgici e senza anestesia, li vogliamo fare sulla pelle dei più deboli, chiamiamoli con il loro nome.
Cosa dovrebbe fare un partito, non dico di sinistra, ma almeno progressista? Capisco che parole come ” a ognuno secondo i suoi bisogni , da ognuno secondo le sue capacità,” possano apparire anacronistiche oggi. Ma davvero i 600.000 euro da tagliare non possono venire dai contratti dei manager, dalle consulenze, dai gettoni di presenza di consiglieri, magari già ben remunerati per altri incarichi? La parola soliderietà, vale ancora qualcosa? Ecco, qui serve la politica. Anzi serve una politica di sinistra, quella che manca , da troppo tempo. Parafrasando Longanesi, non mancano gli elettori di sinistra, è il partito di sinistra, a mancare. Decidiamoci, siamo il partito che difende lo stipendio dei manager, o quello delle bidelle? Io, sto con le bidelle, con buona pace della senatrice Finocchiaro e dei tanti radical-chic. Il PD da che parte vuol stare?
Ps l’Ausl di Bologna mette on line lo stipendio dei manager, quella di Forlì no… mi piacerebbe conoscerli.
Lodovico Zanetti, via Facebook
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