È un problema nazionale, ma è trattato solo a livello locale. Le responsabilità dell'informazione
I problemi della E45 sono già spariti dai radar dei giornali nazionali. Credo si possa usare un solo aggettivo: incredibile. Qualcuno dovrebbe capire che non esiste solo la Tav che, fra l’altro, è in fase di costruzione, quindi non comporta disagi alla circolazione come, invece avviene con la E45. Problemi che, inoltre, non sono circoscritti a uno o due territori, ma, di fatto, interessano tutta la nazione.
La E45 è dissestata, piena di cantieri, con punti dove il caos è sovrano (ad esempio l’attraversamento di Perugia), ma è il secondo nodo stradale d’Italia. Chi arriva dal nord e deve andare a Roma o al sud sceglie la Bologna-Firenze o la E45. Altre ipotesi (passaggio dalle Marche) non sono neppure prese in considerazione. Come è logico che sia.
Del resto ha ragione da vendere Giovanni Battista Pasini, presidente Uncem Emilia-Romagna, quando, oltre a bacchettare l’Anas, dice: “Com’è noto, l’interdizione al traffico sulla E45 ha comportato l’interruzione della viabilità tra Emilia-Romagna e Toscana, ma ha anche spezzato il sistema viario nazionale, con gravissimi danni di natura economica e sociale e disagi per i territori e i paesi attraversati, che si trovano ora a subire il deflusso di migliaia di veicoli costretti a trovare vie secondarie per le strade dell’Appennino Centrale”.
Oggi c’è un incontro al ministero ed è probabile che domani se ne parlerà. Ma non è quello il problema. Resta la mancata sensibilità per un problema importante. Ma quella sulla E45 oggi non è l’unica scelta fatta dai quotidiani nazionali che oggi mi ha stupito in negativo. Mi aspettavo fosse dato più spazio al consueto studio sull’economia firmato dal centro Einaudi. È il XXIII rapporto sull’economia globale e l’Italia. Fra l’altro il titolo è molto stuzzicante: Il mondo cambia pelle? Come sempre è curato da Marco Deaglio. Anche quest’anno è molto interessante e per nulla banale. Lo riprenderò. Però i giornali non gli hanno dato lo spazio che, secondo me, avrebbe meritato. Nessuno, fra l’altro, lo ha richiamato in prima pagina.
Ampio spazio invece è stato dato allo scontro Italia-Francia provocato dalle dichiarazioni del pentastellato Di Maio. Tutti ci hanno aperto. Per carità, la notizia era stimolante e andava tenuta alta. Però, spesso, si ha l’impressione che a dettare i tempi dell’informazione siamo Di Maio e Salvini. Per tenere alta l’attenzione tutti i giorni i due vicepremier sono costretti ad alzare l’asticella. E, grazie anche a staff molto produttivi, ci riescono ed anche bene. E i giornali rincorrono. È vero che spesso poi i due leader politici sono anche criticati. Però, l’impressione, è che a loro interessi poco. Del resto, come si dice, bene o male l’importante è che se ne parli. Inoltre, dopo aver monopolizzato l’informazione, possono sempre far le vittime e denunciare che i giornaloni li trattano male.
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