Ne parliamo con Mirco Campri presidente dell’ente organizzatore della festa
Dopo un’edizione, quella 2018, vissuta in tono minore a causa dei numerosi adempimenti posti dalla burocrazia e salvata grazie alla volontà e all’amore dei forlimpopolesi, torna dal 24 al 31 marzo 2019 la Segavecchia e torna per stupire e per consolidarsi come una tra le più antiche feste della tradizione romagnola.
Mirco Campri, presidente dell’Ente folkloristico e culturale forlimpopolese che da anni organizza la kermesse di metà Quaresima sottolinea: «Le novità di questa edizione saranno molteplici, anche se la vera novità sarà paradossalmente che, torneremo a fare la Segavecchia nella sua versione più ricca e originale. Tutto questo è stato reso possibile grazie alla caparbietà di chi ci ha creduto fermamente e ha investito il proprio tempo per salvare la manifestazione. È stato un lavoro impegnativo al quale hanno concorso e nel quale ci hanno sostenuto in tanti, in primo luogo la città. Così oggi possiamo affermare senza tema di smentita che tutto il lavoro svolto insieme riporterà già da quest’anno la Segavecchia ai suoi antichi splendori».
E una delle principali novità di questa edizione è stata svelata proprio in questi giorni. Si tratta di una vera e propria campagna di mobilitazione popolare per creare un archivio storico di immagini e materiale sulle passate edizioni della Segavecchia.
«Lo scorso anno – precisa Mirco Campri – , quando cercavamo di ricostruire la storia della Segavecchia per farne comprendere la sua grande importanza culturale, ci siamo resi conto che, oltre alla tradizione orale, oltre ai tanti racconti sulle edizioni passate, non esisteva altro che potesse essere utilizzato per la comunicazione o per essere mostrato alla gente. Abbiamo allora pensato di rafforzare il filo diretto già esistente tra la Segavecchia e Forlimpopoli, chiedendo a tutti di andare a rovistare in cantina e nei cassetti alla ricerca di materiale riguardante la storia della manifestazione. Abbiamo chiesto ai forlimpopolesi di lavorare insieme per ricostruire un archivio storico di quello che è stata la Segavecchia. Ad esempio sarebbe interessantissimo rintracciare maschere del passato che non esistono più come i “mascheroni” che altro non erano che enormi fantocci che potevano avere più teste o più braccia e che venivano “indossati” da una singola persona fino agli anni quaranta del secolo scorso, maschere allora molto presenti nella nostra zona ma che ora non si trovano più».
«Altro obiettivo che quest’operazione di riscoperta del passato si pone – continua il presidente dell’Ente folkloristico e culturale – è di raccogliere le storie delle famiglie più longeve dei giostrai. Alcune di queste partecipano alla Segavecchia da oltre cent’anni, quando a Forlimpopoli si arrivava non col camion ma con gli animali. In collaborazione con il Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare di Bergantino, cercheremo in futuro di raccogliere altro materiale per realizzare una mostra che faccia sì che la Segavecchia sia sempre più radicata e si collochi nella storia e nella tradizione di Forlimpopoli non solo per la sua parte ludica e chiassosa ma anche in un ambito storico-culturale riconosciuto a tutti i livelli».
Per quanto concerne la parte burocratica legata all’organizzazione dell’evento Mirco Campri specifica: «Le leggi non sono cambiate, anzi si stanno inasprendo ulteriormente. Oggi organizzare una manifestazione a un certo livello in Italia sta diventando un vero e proprio lavoro, al quale è necessario dedicarsi costantemente per tutto l’anno. L’edizione ridotta del 2018 c’è servita per studiare la situazione e cercare di metterci in regola sotto ogni punto di vista, per risolvere tutte le formalità e gli adempimenti necessari. Non ci siamo mai fermati, abbiamo trovato quaranta volontari che, investendo le proprie ferie personali, hanno sostenuto il corso antincendio richiesto, abbiamo trovato i volontari necessari per riuscire a fare la festa, abbiamo dato un’uniformità al materiale comunicativo e in questo saranno proprio Diogene e l’Agenzia Pigreco a darci una mano».
Riguardo al programma, Mirco Campri preferisce restare sul vago per stimolare la curiosità degli interessati: «La presentazione della Segavecchia si terrà giovedì 21 marzo. Sarà una serata in cui porremo l’accento sul fatto che la Segavecchia è viva e vegeta e che torna più forte di prima, perché la burocrazia non l’ha uccisa ma al contrario l’ha rafforzata. A questa serata parteciperanno lo scrittore e antropologo Eraldo Baldini, Marco Viroli e Gabriele Zelli».
In riferimento ad altri eventi che si terranno nell’ambito della festa che, è bene ricordarlo, si svolgerà dal 24 al 31 marzo, il presidente dell’Ente organizzatore non si sbilancia più di tanto: «Per ora possiamo solo dire che le sfilate dei carri si svolgeranno nelle due domeniche: il 24 marzo due sfilate a partire dalle ore 15, mentre il 31 le due sfilate del pomeriggio, sempre dalle ore 15, e la sfilata notturna alle ore 22. Parteciperanno sette carri dell’Ente Folkloristico Forlimpopolese e due esterni, uno storico della Cosina di Faenza e un altro creato da un gruppo di ragazzi della Cava di Forlì, nato dalla fusione di preesistenti associazioni di varie provenienze. Avremo anche gruppi a piedi provenienti da ogni parte della Romagna, finanche da Comacchio. Infine va segnalata sin da ora una chicca di questa edizione: mercoledì 27 marzo il comico forlimpopolese Enrico Zambianchi ci onorerà e ci allieterà con l’anteprima del suo nuovo spettacolo».
Come ogni anno la Segavecchia è organizzata dall’Ente folkloristico e culturale forlimpopolese, in collaborazione con il Comune di Forlimpopoli.
Va sottolineato infine che, al differenza di ciò che oramai avviene in tante feste cittadine in cui per accedere si paga un biglietto, l’ingresso alla Segavecchia anche quest’anno sarà a offerta libera, un altro dei tanti motivi in più per partecipare alla più grande festa tradizionale romagnola di metà Quaresima.
COSTRUIAMO L’ARCHIVIO STORICO DELLA SEGAVECCHIA
Costruiamo insieme l’archivio della Segavecchia di Forlimpopoli!
Questo è lo slogan utilizzato per lanciare la campagna tra i forlimpopolesi e non solo.
La Segavecchia fa parte del nostro patrimonio storico, perciò è un valore che va conservato e tramandato.
Raccogliamo immagini, fotografie, stampati, testimonianze e ricordi di questo importante evento, ricostruendone la storia passata.
Tutto il materiale rinvenuto sarà conservato sia in formato digitale sia in copia stampata, o in originale se vorrete donarcelo. Sarà consultabile da tutti e verrà utilizzato per la realizzazione di mostre e per illustrare i cataloghi delle edizioni future della Segavecchia.
Frughiamo nei cassetti, rovistiamo nelle soffitte, sfogliamo i vecchi album di fotografie, intervistiamo i nostri nonni e raccogliamo le loro testimonianze.
Il materiale reperito può essere consegnato a Camerachiara, via G. Matteotti, 12/D, Forlimpopoli, oppure alla redazione di Diogene, viale Gramsci, 34, Forlì.
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