Domenica 31 concerto di brani risorgimentali e ottocenteschi del Trio Iftode
Proseguiranno fino al 28 aprile le aperture domenicali del Museo del Risorgimento da parte dei soci dei Lions Clubs forlivesi: Forlì Host, Forlì Valle del Bidente, Forlì Giovanni de’ Medici, Forlì-Cesena Terre di Romagna e del Leo Club Forlì, in collaborazione con il Servizio Cultura e Turismo del Comune di Forlì e con il locale Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano.
I soci saranno presenti dalle 15.00 alle 18.00 e affiancheranno il personale comunale nell’accoglienza dei visitatori; ogni giorno di apertura vedrà anche l’organizzazione di iniziative, curate da Andrea Mariotti, Paolo Talamonti e Gabriele Zelli, che avranno lo scopo di richiamare l’attenzione sul Museo e in particolare su tre ricorrenze: il 200° anniversario della nascita di Aurelio Saffi e il 170° della Repubblica Romana e della Trafila Garibaldina.
Per domenica 31 marzo il programma prevede dalle 15.00 alle 18.00 l’apertura del Museo del Risorgimento (Palazzo Gaddi, accesso da via Sassi 3); alle ore 15.15 la visita al museo; alle ore 16.00 presso Palazzo Merlini, sede del Circolo Democratico Forlivese, via Maroncelli 7, Forlì, il concerto del Trio Iftode.
Teddi Iftode, primo violino, Radu Iftode, secondo violino, Vlad Iftode, tastiere, proporranno brani risorgimentali, patriottici e ottocenteschi. In particolare eseguiranno: “Inno di Mameli” (1847) di Goffredo Mameli, musica di Michele Novaro; “Partire partirò, partir bisogna” (1799), attribuito a Anton Francesco Mechi, “Santa Lucia” (1849) di Teodoro Cottrau, “La bella Gigogin” (1858) di Paolo Giorza, “Inno di Garibaldi” (1858) di Luigi Mercantini, musica di Alessio Olivieri; “La bandiera tricolore” (1859) di anonimo; “Addio del volontario” (1859) di Carlo Alberto Bosi; “Va Pensiero” (1842) di Temistocle Solera, musica di Giuseppe Verdi.
Il Trio proporrà inoltre brani di Johann Strauss padre (1804 – 1849), di Johann Strauss figlio (1825 – 1899) e di Carlo Brighi (Zaclén), il noto violinista e compositore romagnolo che dedicò gran parte della sua vita, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, a comporre e proporre brani di valzer, polka e mazurka destinati alle feste e ai momenti di divertimento del popolo in antitesi alla musica colta di stampo mitteleuropeo ad uso esclusivo dei nobili e della ricca borghesia.
Con il concerto si intende inoltre sottolineare l’importanza del canto sociale e patriottico e della musica popolare come componenti importante della cultura italiana che hanno giocato un ruolo di primo piano in varie epoche, incitando all’azione e rafforzando il senso d’identità del nostro paese. Grazie a una diffusione capillare in città e campagne, presso fasce borghesi e proletarie, inni e canti patriottici hanno dato un forte impulso alla creazione di un repertorio in lingua, assai prima che nascesse una canzone italiana vera e propria. La formazione di questo repertorio è assai vasta e riflette le varie anime dell’Italia fra ‘800 e ‘900: la musica comprende sia motivi anonimi che già circolavano oralmente, sia melodie composte appositamente da autori professionisti e dilettanti. I testi invece sono per lo più opera di letterati mossi da impegno civile, come il caso del mazziniano Goffredo Mameli che nel 1847, all’età di 20 anni, scrisse i versi di quello che sarebbe diventato l’inno nazionale (provvisorio!) solo il 12 ottobre 1946, su musica del venticinquenne Michele Novaro: Il canto degli italiani, poi conosciuto come Fratelli d’Italia. Mentre alla proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, la musica adottata come inno del nuovo stato fu la Marcia Reale di Giuseppe Gabetti, composta qualche anno prima per il Regno di Sardegna.
Gli ingressi al museo e al concetto sono liberi e gratuiti. Per informazioni 3493737026.
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