La cooperativa forlivese leader nella produzione di serramenti e facciate continue si prepara ad aggredire i mercati internazionali, in particolare quello transalpino che fornisce maggiori garanzie.
Di fronte allo stato attuale del mercato italiano delle costruzioni non ci sono molte alternative. Chi è riuscito a resistere fino ad ora, tra crollo degli appalti, stretta creditizia e difficoltà di incasso, lo ha fatto perché aveva le spalle robuste e un buon gruppo dirigente che è stato in grado di prendere scelte non facili. La prima delle quali è aprirsi al mercato estero, perché al di là della facile retorica del commerciale con la valigetta che gira il mondo, oltre frontiera ci sono rischi, incognite e investimenti ingenti da affrontare.
Ecco perché abbiamo deciso di affrontare quella che ormai è una necessità in modo strategico, come è nostra abitudine», dice Vincenzo Coveri, presidente di Giuliani, cooperativa leader nel settore degli involucri edilizi e dei serramenti metallici.
Le grandi realizzazioni, anche in terra straniera, non sono una novità per le facciate e i serramenti made in Forlì. Il marchio Giuliani è noto, ad esempio, a Kaust (Arabia Saudita) e Karthoum (Sudan), e spicca su realtà italiane di primissimo piano come il Kilometro Rosso di Brembo e la facoltà di Medicina di Perugia.
«Abbiamo già acquisito commesse intercontinentali e lavorato per i principali studi di architettura al mondo, ma non puoi dire davvero di essere all’estero se non sei dotato di una struttura commerciale tua, specializzata per quel compito», aggiunge Coveri. «Il rischio, viceversa, è di procedere con azioni estemporanee o, peggio, affidarsi al primo che capita, inseguendo pericolose sirene». «Dopo diverse ricognizioni in diversi sistemi paese e alcuni lavori esplorativi, che ci sono serviti per fare esperienza, abbiamo quindi deciso di concentrare i nostri sforzi verso la Francia, una nazione che tutela in modo forte i fornitori, grazie a una legislazione sui pagamenti efficace e a uno Stato che dà il buon esempio», afferma Coveri. Sì, perché il principale problema del mercato italiano ormai sono i salti mortali che servono per avere quanto spetta di diritto, districandosi tra permute, fallimenti e concordati preventivi.
«Per fortuna il sistema creditizio ha sempre riconosciuto la nostra solidità – spiega il presidente – e questo ci consente di ragionare con più tranquillità, ma la situazione per chi opera con serietà è insostenibile».
In Francia Giuliani ha già acquisito un’importante commessa a Tolosa e aprirà nei prossimi mesi una sede commerciale a Parigi. A tale scopo si sta dotando di un catalogo interamente progettato per le specificità del mercato transalpino. Ma la Francia non è l’unica opportunità su cui si sta muovendo. «Abbiamo aderito a due cordate esplorative per la Russia e per il Marocco e abbiamo diverse offerte in piedi in Medio Oriente, insieme ad aziende italiane. Inizialmente pensavamo di poter affrontare anche il mercato del Regno Unito, ma per ora i costi di ingresso sono troppo elevati».
Giuliani chiuderà il bilancio 2013 in equilibrio, con un valore della produzione attorno ai 33 milioni di euro. Di questi una decina provengono da una commessa molto importante quale il nuovo ospedale di Monselice. «Ci siamo definitivamente trasferiti nella nuova sede di Villa Selva e nel frattempo sono in fase di sistemazione definitiva gli interni, tra cui l’ingresso in cui spicca un bellissimo trapano d’epoca. Per il design della reception – conclude Coveri – abbiamo deciso di dare un’opportuità a un giovane e capace architetto della zona, Massimiliano Antimi».
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