RAVENNA. Il Museo Tamo, con sede nello splendido complesso monumentale della medievale chiesa di San Nicolò, si inserisce a pieno titolo nel ricco calendario delle celebrazioni dantesche con due esposizioni temporanee che RavennAntica dedica al Sommo Poeta, la cui inaugurazione è prevista venerdì 16 aprile.
E, per l’occasione, declina il suo nome in Tamo Dante: un gioco di parole che, da una parte, sottolinea l’omaggio dello spazio museale alla figura di Dante nell’ambito delle celebrazioni che la città di Ravenna ha deciso di tributargli, dall’altro riassume quanto questo personaggio sia amato in tutto il mondo.
La prima esposizione, allestita nel secondo chiostro del Tamo, si intitola TAMO DANTE: “L’alto passo… Andar per pace”. L’idea alla base della mostra dello scultore e ceramista Enzo Babini, dedicata al poema dantesco, è la rappresentazione della Divina Commedia in cento formelle di terracotta. L’esposizione, realizzata in collaborazione con Casa Matha, si sviluppa in tre momenti cronologici distinti e consecutivi, ognuno dedicato ad una delle tre Cantiche della Commedia, a scandire le tre fasi del viaggio del sommo poeta attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, e copre un arco cronologico lungo tutto il 2021.
Le cento formelle, una per ogni canto del capolavoro di Dante, illustrano le scene chiave della Divina Commedia, fornendone una straordinaria sintesi per immagini di grande efficacia. Grazie alla Società Dante Alighieri, i canti di Babini sono stati esposti a Città del Messico e a Melbourne, in Australia, in Cina nella città di Ging-De-Zhen e nel 2011 al museo Statale di Puškin a Mosca.
L’opera, unica nel suo genere, ha richiesto tre anni di lavoro. Oggi, a distanza di alcuni anni da quel tour mondiale, Babini la ripropone a Ravenna, al Museo Tamo durante le celebrazioni del settimo centenario dalla scomparsa del Sommo Poeta.
La seconda esposizione, allestita nel soppalco del Museo, è TAMO DANTE: “Dante e la Romagna”. La presenza rilevante della Romagna nella vita e nell’opera del Sommo Poeta giustifica una mostra che, ripercorrendo le tappe di un percorso fatto di passi e parole, di certezze documentarie, ma anche di ipotesi, mette in fila i luoghi citati nella Commedia e in alcuni casi anche quelli che, pur non chiamati in causa nel testo, vennero presumibilmente lambiti nei possibili tragitti romagnoli del poeta.
Le immagini sono quelle di luoghi e di edifici che ancora oggi mantengono, benché magari rimaneggiati nei secoli successivi, l’aspetto che gli stessi avevano fra la fine del Duecento e i primi anni del secolo XIV, sino al 1321, quando cioè Dante li poté vedere.
Il soppalco del museo si presta quale spazio perfettamente idoneo ad accogliere una ricca raccolta fotografica collegata ai versi danteschi che rimandano alle località della Romagna collegate alla Commedia.
Dal 2012, inoltre, i chiostri del Tamo ospitano permanentemente la sezione “Mosaici tra Inferno e Paradiso” opere musive ispirate alla Divina Commedia che attestano quanto sia inesauribile l’ispirazione dantesca per l’arte moderna. Anche per quella che sa esprimersi nella antica arte del mosaico. Si tratta di ventuno opere in mosaico, di diversa ispirazione e vocazione, realizzate nel 1965 da mosaicisti della scuola ravennate, allora riuniti nello storico “gruppo mosaicisti” dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, di cui quindici realizzate su cartoni di pittori italiani di grande rilievo – come Gentilini, Mattioli, Ruffini, Saetti e Sassu.
Attraverso queste esposizioni, che testimoniano con diverse espressioni artistiche l’importante lascito dell’immortale poeta, il Museo Tamo Dante si trasforma in un vero e proprio distretto dantesco, grazie anche alla vicinanza con la Chiesa di San Romualdo, che dal 24 aprile ospiterà la mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio”, alla Biblioteca Classense che ospita l’esposizione “Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante” e alla contigua Zona del Silenzio che coinvolge la Tomba di Dante, la Chiesa di San Francesco e il “Museo Dante”, di prossima apertura.
Senza dimenticare la Cripta Rasponi e i Giardini pensili, la cui riapertura è prevista in concomitanza con l’inaugurazione delle mostre del Museo Tamo Dante, ossia il 16 aprile.
“Purtroppo ad oggi la situazione pandemica resta ancora critica ed è difficile capire in quale modalità potranno avvenire queste inaugurazioni – spiega il Presidente di RavennAntica Giuseppe Sassatelli. Il nostro auspicio è che sia possibile effettuarle in presenza, ovviamente nel rispetto delle normative anti-Covid, ma se così non fosse vogliamo comunque mantenerle, quindi adotteremo la modalità online. In questo periodo, non facile sotto molti punti di vista, ci siamo molto impegnati per portare avanti i nostri progetti e questa doppia inaugurazione vuole rappresentare un messaggio positivo per le attività museali in generale e un arricchimento culturale non solo rivolto a tutti i cittadini, ma anche a tutti coloro che da ogni parte del mondo voglio rendere omaggio alla figura di Dante, non appena le condizioni lo consentiranno”.
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