Insoddisfatti di quelli attuali. Sondaggio della Swg
CESENA. L’ultimo sondaggio della Swg è una vera e propria bomba: il 41 per cento degli elettori auspica la nascita di un nuovo riferimento politico. La notizia è stata pubblicata ieri su formiche.net che, nel commento, scrive: una grande fetta di persone non si sente rappresentata dall’offerta politica presente e questo, in termini di movimenti e partiti, si traduce in uno spazio sempre più frastagliato di sigle politiche nuove.
Dal sondaggio emerge che il 41 per cento degli elettori auspica la nascita di un nuovo partito, il 25 per cento di questi è predisposto a votare un partito, ma non è soddisfatto dell’attuale offerta, mentre il restante sedici sono indecisi o astenuti. I potenziali elettori sono contrari alla dicotomia destra/sinistra, non a caso il 23 per cento di chi auspica la nascita del nuovo soggetto vorrebbe che le nuove formazioni fossero slegate dalla logica dell’asse sinistra/destra.
La richiesta arriva più dall’area di centrodestra, in particolare dalla parte moderata. Vorrebbero che la nuova formazione fosse composta da persone serie e competenti e con programmi chiari e concreti, ma, soprattutto, con una marcata spinta al cambiamento. Tema molto gettonato è quello dei diritti dei lavoratori. Ma anche ridurre le emissioni e affrontare il cambiamento climatico, ridurre le diseguaglianze sociali, indipendenza dai poteri forti (limitare lo strapotere delle multinazionali e dei mercati finanziari), sintonia con la gente comune, lotta politica senza compromessi.
Forse è un po’ troppo sostenere che i risultati del sondaggio sono una bocciatura per i partiti tradizionali. Ma è senza dubbio un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato soprattutto perché i temi che sollevano gli insoddisfatti sono quelli solitamente al centro dell’agenda politica. Il che significa che le risposte date sono ritenute insoddisfacenti. Nello stesso tempo i partiti tradizionali devono iniziare a fare una valutazione sulla comunicazione. Adesso si basa soprattutto sui social. E su quelli che 5Stelle e Salvini hanno costruito le loro fortune. Ma, dallo stesso sondaggio, emerge che, rispetto a cinque anni fa, il giudizio sui social network è più duro. C’è scetticismo sull’intero settore ma l’emblema di questa crisi reputazionale è Facebook.
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