Utilizzata bene la piazza virtuale può essere molto utile
CESENA. Complimenti a Gian Paolo Castagnoli. In poco tempo e utilizzando il limitato tempo libero che aveva a disposizione ha realizzato un vero e proprio capolavoro: la mobilitazione di Cesena contro i vergognosi atteggiamenti che stanno succedendo al confine fra Bielorussia e Polonia. Castagnoli è un giornalista cesenate, professionalmente nato e cresciuto nella redazione cesenate del Corriere Romagna. L’obiettivo che ha centrato non deve meravigliare.
Castagnoli è sempre stato (e sempre lo sarà) una persona (prima ancora che un giornalista) che crede in quello che fa. Ha radicati dei valori profondi. Per lui vengono prima di tutto il sociale, la difesa dei deboli, la lotta ai soprusi. Ed è disposto a fare di tutto per difendere e dare spazio alle proprie idee. Non è chiuso in se stesso. E’ una persona mentalmente aperta e con la giusta onestà intellettuale. Questo lo porta anche ad ascoltare chi la pensa in modo diverso. In questo forse è cresciuto anche grazie al lavoro giornalistico.
Ma soprattutto, nel caso specifico, ha avuto la capacità e l’abilità di utilizzare la parte buona dei social. La piazza virtuale è una brutta bestia. Ha tantissime colpe. E’ inutile citarle di nuovo. Tutti le conosciamo. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: la parte buona. Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Né in positivo e neppure in negativo. L’aspetto più importante dei social è la capacità di veicolare in fretta i messaggi. E quando questi sono positivi (come nel caso in questione) ne trae vantaggio la collettività. Ed è innegabile che Gian Paolo Castagnoli sia un protagonista positivo del web.
Usa Facebook per dare spazio alle proprie idee, ai propri valori. Quasi tutti i giorni scrive qualcosa. E’ imperdibile. Ma non solo per chi la pensa come lui, ma anche per chi la vede diversamente. Perché quelle righe sono comunque interessanti e non offendono chi è di parere diverso, ma stimolano il confronto che è la base di qualsiasi democrazia. Cosa che soprattutto sul web succede sempre meno. E, purtroppo, la piazza virtuale è lo specchio della società nella quale viviamo.
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