I bretoni misero a ferro e fuoco la città
Adesso, per fortuna se ne parla ampiamente, ma per tanto, troppo tempo, il sacco dei bretoni è stato un argomento dimenticato. Eppure quello che successe nel 1377 è stato una dei fatti più drammatici successi non solo a Cesena, ma in Italia se non, addirittura, in Europa. In questi giorni del 2023 è uscito un libro di Andrea Sirotti Gaudenzi. Inoltre c’è stata anche una conferenza di Franco Spazzoli.
Quello che propongo è un ricordo di Facebook del 2018 che Lelio Burgini, storico cesenate, ha riproposto in questi giorni. Quella di Cesena fu una mattanza della quale si parlo’ nelle Corti di mezza Europa. Da vari anni le città dei territori della Santa Sede si opponevano alle pretese pontificie.
Allora era al Soglio di Pietro un francese, Papa Gregorio XI°. Sarà Firenze a ribellarsi alle imposizioni di questo papa. A ruota seguiranno altre città, da Perugia a Bologna, tutte o quasi , ma non Cesena.
Ma ecco la repressione pontificia. La Chiesa assoldo’ un famoso capitano di ventura inglese il cui nome italianizzato era Giovanni Acuto. Questo ai primi segni di ribellione di Faenza , su ordine del Cardinal rettore di quella provincia,sottopose la città al saccheggio ed al massacro di centinaia di persone.
Nel frattempo a reggere la Romagna il pontefice invio’ il cardinale Roberto di Ginevra il quale giunse con 10.000 soldati soprattutto Bretoni. Per svernare questi si portarono a Cesena, che del resto non partecipava alle intemperanze delle altre localita’. Erano migliaia di uomini acquartierati fuori dalla Murata , in ampie caverne conosciute da allora come “Tana dei Bretoni”
Probabilmente parte di questi rifugi andarono poi distrutti con la costruzione dell’attuale “Tunnel”. Ma ancora nel “Beccavento” è un antro, ora nascosto, utilizzato da questi mercenari e che sara’ conosciuto in seguito anche come “Caverna del Belpinin”. (vedi articolo su “Cesena di una volta”).
Poichè queste milizie non sempre erano pagate puntualmente vivevano anche di saccheggi,allora i cesenati esasperati pretesero che il Cardinale le allontanasse. Ma questi diede ordine , provocatoriamente,ai mercenari di continuare con i soprusi. Vi fu allora una reazione da parte dei cittadini con vittime Bretoni e Cesenati.
In citta’ si temeva una rappresaglia da parte delle milizie, ma il cardinale rassicuro’… …..invece ciò che a lui interessava era solo difendere la supremazia del papato dinanzi a qualunque ribellione. Fece cosi’ giungere nottetempo da Faenza Giovanni Acuto con i suoi uomini che con i Bretoni inizio’ un saccheggio ed una strage indiscriminata. Violenza, uomini, donne, bambini ,nessuno venne risparmiato. Probabilmente fu in quel periodo che venne nascosto nel piccolo cimitero per giustiziati di via Montalti il piccolo tesoro (scoperto nel 1999) di monete coniate tra il 1350 ed il 1400.
Tesoro che il proprietario non ebbe poi modo di recuperare. Quasi tutti gli abitanti della citta’ perirono, il numero dei morti fu superiore ai 3.000 – 5.000 individui. La strage di Cesena fu monito per altre citta’, cio’ voleva il cardinale Roberto. Nello stesso anno Giovanni Acuto, soprannominato anche ” lo scannatore”, abbandonò la Chiesa ed andò. a servizio di Firenze. Li visse e ,mescolando diavoli coi santi , alla sua morte fu sepolto nel Duomo della citta’. Il cardinal Roberto, conosciuto da allora come “il boia di Cesena” alla morte di Gregorio XI° nel 1378 partecipo’ al Conclave che vide eletto Urbano VI°. Ma non accettando il verdetto si fece a sua volta proclamare pontefice col nome di Clemente VII° dando cosi’ inizio allo ” Scisma d’occidente” che si concluse nel 1417 dopo una serie di antipapi.
La mattanza di Cesena ebbe inizio il 3 febbraio 1377, anno zero per la nostra citta’
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