Hanno già parlato tutti i più grandi governanti della Terra quando sul pulpito del Summit del G20, poco prima della chiusura dei lavori, sale Josè Mujica, presidente della Repubblica dell’Uruguay. È il mese di giugno scorso ed il paese ospitante è il Brasile una delle realtà economiche in maggiore sviluppo nella attuale congiuntura economica globale. Gli illustri oratori che si sono avvicendati sino a quel momento sul pulpito hanno ripetuto la necessità di uscire al più presto dalla recessione globale, coniugando diritto di sviluppo per ogni paese del mondo con eco-sostenibilità. “Mi chiedo in quale misura questo nostro meraviglioso pianeta possa avere le risorse ecologiche per sostenere l’attuale modello di sviluppo per 7-8-10 miliardi di persone senza uscirne compromesso in maniera definitiva” … “La nostra attuale congiuntura economica è in fase recessiva solo nella misura in cui è impostata su di un modello sbagliato di sviluppo, volto a generare iper-consumo e spreco in alcune parti del mondo ed estrema miseria in altre … “ Queste le parole di Josè Mujica che è considerato il presidente più povero al mondo. Mentre i leader di altri paesi poveri vivono in lussuosi palazzi e i parlamentari risiedono in suite di hotel a 5 stelle, il presidente dell’Uruguay, vive in un antico casale situato a pochi chilometri di distanza dalla capitale : 77 anni, vegetariano, vive con sua moglie e il suo cane a tre zampe in una casa colonica semi fatiscente.
Devolve il 90 % del suo stipendio ai più poveri del suo paese dopo avere passato 15 anni della sua vita in carcere per la sua militanza nel movimento Tupamaros. Mujica ci mostra un ottimo esempio di pensiero alternativo, o B-thinking: la crisi economica è tale esclusivamente in ragione al modello di sviluppo instauratosi come imperante. Tale modello, tuttavia, non ha alcuna ragione necessaria superiore di esistere: è il frutto di una consapevole scelta competitiva tra gli uomini. Che non vi fosse nulla di scontato nella modalità dominante di pensiero della fisica delle particelle degli anni ’60 era anche la convinzione di Peter Higgs, fisico teorico scozzese, quando nel 1964 propose la sua teoria di rottura spontanea di simmetria per rendere ragione della massa delle particelle del Modello Standard. Non incontrò, allora, i favori della comunità scientifica. “Non c’è alcuna ragionevole speranza che una siffatta teoria possa essere concorde con la realtà … “ diceva, tra gli altri il premio Nobel Werner Heisenberg.
Il 4 Luglio scorso, al contrario, due team sperimentali presso Il CERN di Ginevra hanno dimostrato che la teoria di Peter Higgs era sperimentalmente corretta all’interno di un margine di errore di 5 sigma (tre milioni contro uno) e, verosimilmente, le ragioni di Mujica non sono molto meno precise. Mujica e Higgs ci forniscono due ottimi esempi di pensiero alternativo: ciò che appare come un problema all’interno di uno schema concettuale può semplicemente non esserlo, o rappresentare al contrario una soluzione, secondo schemi alternativi.
Così, al B-thinking, è stata impostata la strategia aziendale di Pubblifest nel corso del 2012. Le aziende europee, e quelle italiane in particolare, stanno affrontando la difficile congiuntura economica seguendo i più accreditati paradigmi economici. Riduzione dei costi di produzione, tagli al personale, esternalizzazione, forte diminuzione degli investimenti in tecnologie, mezzi, competenze. Nel corso dell’anno corrente Pubblifest ha invece proceduto ad affrontare il mercato puntando sull’innovazione tecnologica, la formazione del personale e la razionalizzazione dei suoi processi produttivi. L’acquisto di prodotti tecnologicamente all’avanguardia, la preparazione dei suoi dipendenti verso nuovi settori di lavorazione, la riorganizzazione razionalizzata della propria filiera produttiva ha consentito all’azienda di affrontare l’anno in corso acquisendo nuovo quote di mercato ed incrementando l’occupazione. Il tutto garantendo standard qualitativi sempre più elevati alla clientela in una logica di contenimento dei costi di produzione ed all’utente finale che gli hanno consentito di allargare geograficamente la propria sfera di azione.
Questo il risultato del recente anno di attività: cogliere le difficoltà posteci in fronte dalla congiuntura sfavorevole per progredire puntando sulla qualità e l’investimento in mezzi e preparazione. Filosofia del B-thinking non molto dissimile dal pensiero esternato nel suo celeberrimo “Come io vedo il mondo” da Albert Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Marco Lelli
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