I quotidiani locali stanno pubblicando una serie di interviste ai candidati romagnoli alle prossime elezioni. Ve le proponiamo a qualche giorno dall’uscita, con la solita raccomandazione: acquistate i giornali in edicola, è l’unico modo per tenere vivo il mondo dell’informazione. Non esistono pasti gratis, dicono gli anglosassoni, e questo è particolarmente vero in democrazia.
É ENTRATA di recente nella politica attiva, ma dal 2008 Liana Angelini si impegna con assiduità: attivista dell’Italia dei Valori, ha promosso varie raccolte di firme e nel 2011 è stata la coordinatrice per il comprensorio forlivese delle forze a sostegno del referendum contro il nucleare.
Dipendente comunale, 47 anni, è candidata al Senato (quinta di lista in Emilia-Romagna) per Rivoluzione Civile.
Angelini, è la prima volta che partecipa direttamente a un’elezione. Perché?
«Per dire che noi ci siamo. Con noi intendo i militanti di base, quelli che si danno da fare a promuovere iniziative sul territorio, raccolgono firme e distribuiscono volantini. Penso che queste persone debbano essere valorizzate».
Però in Emilia-Romagna il capolista è Diliberto e alla lista di Ingroia fanno capo 4 formazioni minori. Non c’è il rischio che ciascuno in Parlamento vada per conto proprio?
«Mi auguro proprio di no. Siamo consapevoli di provenire da percorsi diversi, spero prevalgano le convergenze».
Quali sono i temi del territorio che le stanno più a cuore?
«Abbiamo fatto una campagna a livello nazionale, del resto queste sono elezioni politiche, non comunali e non interveniamo su questioni locali».
Un problema che ha ricadute anche da noi?
«Per esempio l’evasione fiscale. Si dice sempre che non ci sono soldi e bisogna tagliare i servizi sociali, eppure i fondi ci sarebbero. Il guaio è che pagano sempre gli stessi».
Lei si batte anche contro le slot machine: è così?
«Certo, questo è un altro problema che viene sottovalutato, eppure ha delle ricadute molto pesanti, anche qui da noi, a Forlì. Le ripercussioni negative del gioco d’azzardo piovono addosso alle nostre famiglie e gli incassi vanno tutti altrove. Ci vorrebbe una legge che accordi molta più voce in capitolo agli enti locali affinché possano decidere sulle autorizzazioni, fino a vietarle in certi casi».
Il Pd lancia l’appello al ‘voto utile’, proprio in opposizione a Rivoluzione Civile. Cosa ne pensa?
«Il cosiddetto voto utile è un compromesso che mantiene lo status quo, un invito ai cittadini a esprimersi per il meno peggio. Fra l’altro, vista la legge elettorale, in Emilia-Romagna non vale affatto il ragionamento fatto per la Lombardia».
Il sistema elettorale infatti è sconosciuto a moltissimi. Un voto a Rivoluzione Civile al Senato che effetti può avere?
«Togliere senatori alla destra, nella nostra regione. Scontato che il Pd vinca, le altre liste che hanno più dell’8% si dividono i rimanenti seggi. Se superiamo questa soglia, sottraiamo posti a Pdl e Lega».
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