Il grande cambio elettorale del ’13 lascia intravedere uno scenario prossimo venturo nel quale saranno i grillini a contendere al centrosinistra le città emiliano-romagnole. A partire da Rimini. Parma, adesso lo si vede, è stata una prova generale, un modello. Ora si replica. A fronte di ciò sta un centrosinistra che manca per l’ennesima volta il suo appuntamento con la storia, dopo il 1976, dopo il 1984, dopo il 1994, ecc. Il “blocco socialdemocratico”, per dirla all’europea, pesa in Italia al massimo un terzo dell’elettorato. Gli analisti lo sanno da sempre. Pensare di poterlo incrementare in assenza di una politica spinta di spesa pubblica, era pura follia. E infatti ecco il risultato. Dopodiché, bisogna anche dire che la “grande paura” del crollo economico del 2011-inizio 2012, l’unico cemento per rendere temporaneamente “virtuosa” la pancia populista del paese, è stata rimossa dalla prodigiosa campagna di Berlusconi, tutta volta a riempire virtualmente nell’immediato le tasche vuote degli italiani. Una volta aperto questo fronte, una volta rotto questo argine, nessuno dei grandi schieramenti se l’è sentita di raccontare con durezza l’amara verità: neppure Monti. Ma quando si schiude la porta al populismo, non ci sono limiti. E questo paese, in altri tempi, lo ha amaramente insegnato al mondo. Bisogna metterselo in testa: il XX secolo, con tutti i suoi “ismi”, le sue ideologie, le sue categorie, il suo suddividere le persone fra laici e cattolici, ecc., è finito per sempre. E adesso si prega di guardare possibilmente avanti, non indietro.
Roberto Balzani (via Facebook)
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