Forse la primavera ci ha distratto, la prima vera giornata di sole ci ha riportato a pomeriggi felici in mezzo a prati pieni di margherite. E mentre ci lasciavamo sedurre dal bel tempo, Twitter festeggiava i suoi primi sette anni.
Il primo cinguettio in assoluto risale al 21 marzo 2006, chiaramente twittato dal fondatore del secondo social più utilizzato al mondo, Jack Dorsey (gli altri fondatori sono Evan Williams e Biz Stone, mentre attualmente il numero uno dell’azienda è Dick Costolo).
La piattaforma fu poi lanciata ufficialmente e aperta al pubblico il 15 luglio dello stesso anno. In sette anni di attività sono cambiate molte cose, dallo status dei tweet nell’immaginario collettivo alla loro effettiva utilità. Vogliamo parlare del ruolo della creatura di Dorsey negli eventi della primavera araba a cavallo tra il 2010 e il 2011? Da quel momento in poi, Twitter ha cessato di essere un “social minore”, diventando un vero e proprio strumento al servizio delle rivendicazioni di popolazioni vessate da regimi che non hanno saputo arginare la forza della comunicazione via web.
Oggi Twitter è il canale privilegiato di discussione e confronto su ogni tipo di tematica, facendo dell’immediatezza il suo punto di forza. Non ci sono filtri qualitativi, si spazia dal talent show all’elezione del papa, passando per le partite di calcio, tutto rigorosamente archiviato per hashtag.
La concorrenza di Facebook è spietata, anche perché si tratta di due social network molto diversi tra di loro (anche se Zuckemberg si sta muovendo per ridurre questa distanza, chiaramente a proprio vantaggio), ma le mosse dei contendenti non mancano di sorprendere. Se è vero che Facebook ha sfondato il muro del miliardo di utenti attivi ogni mese, Twitter rilancia con i suoi 200 milioni (con 12 nuove registrazioni al secondo e un incremento anno su anno del 111%). Se Facebook acquista Instagram, Twitter risponde con Vine.
Sul piano del linguaggio però la contesa si ribalta e Twitter straccia senza pietà il rivale. Come ho già avuto modo di ricordare, l’hashtag e la chiocciola sono ormai entrati nelle abitudini dattilografiche di milioni di utenti (compresi quelli di Facebook) e si vedono con sempre maggiore frequenza tentativi di restyling di immagine strizzando l’occhio proprio a Twitter: i programmi televisivi che antepongono la chiocciola al nome (@agorarai, @sfide_rai3, @MasterChef_it) la casa editrice Einaudi che diventa @Einaudieditore e il primo caso di show televisivo che si propone come topic (#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend).
Pare che la prossima sfida tra i social possa giocarsi sul campo della musica in streaming. Il sito specializzato Cnet rivela che il microblog è pronto a lanciare entro marzo un’applicazione ad hoc per la musica, avvalendosi della collaborazione di SoundCloud.
In attesa di un rilancio da parte di Facebook, cinguettiamo ancora tanti auguri a Twitter.
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