Fondazione: un dibattito stonato

di Guglielmo Russo – Vicepresidente Provincia di Forlì-Cesena

Il vicepresidente della Provincia di Forlì-Cesena, Guglielmo Russo

Il vicepresidente della Provincia di Forlì-Cesena, Guglielmo Russo

Il dibattito che si è aperto sulla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì ha qualcosa di profondamente stonato. La nostra è una Fondazione importante: legittimo dunque il grande interesse di queste ore, ma chiedo che questo venga esercitato con una qualche competenza e sincerità. Per questo mi permetto di fare alcune considerazioni.

1) In anni di grave crisi economico-finanziaria la Fondazione di Forlì ha consolidato e accresciuto il proprio patrimonio, ha mantenuto il livello delle erogazioni finanziarie alla città e al territorio mentre altre fondazioni hanno perso quote rilevanti di patrimonio, sbagliando gli investimenti finanziari e quasi azzerando le erogazioni. Questo a Forlì non è successo. La Fondazione  è stata amministrata bene. La politica locale guardi se stessa e si chieda se in questi anni è stata in grado di fare altrettanto per il territorio.

2) La Fondazione “è persona giuridica privata senza fini di lucro”: va salvaguardata la sua autonomia chiedendo con forza, questo sì, che i processi di selezione interna dei consiglieri, degli amministratori e del presidente siano trasparenti e pluralisti, scegliendo figure competenti, prive di conflitto di interesse. La democrazia è fatta anche di regole. La legge e lo Statuto della Fondazione garantiscono la piena  rappresentanza del territorio. Gli Enti Locali hanno 11 nomine da fare: colgano appieno questa straordinaria occasione nominando persone capaci. Il resto è pura e inutile demagogia.

3) Si può chiedere di ridurre il livello di cooptazione: so che è al lavoro una commissione interna. Vorrei ricordare che quando nel 2001 fu posto il problema ai vertici della Fondazione alcuni di coloro che erano nei banchi della Fondazione stessa e oggi in politica allora si opposero in nome di altri equilibri ed interessi.

4) La Fondazione va accuratamente tenuta lontano dalle beghe interne al PD forlivese. Se è giusto che la politica si occupi della Fondazione, va respinto qualsiasi tentativo che la politica “occupi” la Fondazione. Il modello senese e la sua deriva MPS lasciamolo alle indagini della magistratura. La nuova politica invece deve essere quella che ha un progetto per la città e il suo territorio, non quella che propone astrusi metodi di elezione proposti comunque dai partiti.

5) Si chiede, giustamente, una riflessione pubblica sul progetto della Fondazione. Va fatto. Ma vorrei ricordare che su questo la Fondazione non si è mai sottratta in questi anni. Anzi ci ha chiamati spesso e in vario modo a dibattere e pronunciarci sulle scelte di fondo. Su molti obiettivi ha addirittura chiamato gli enti locali al ruolo di co-decisori: esempio ultimo lo stanziamento di 2 milioni di euro in gennaio per obiettivi scelti in autonomia dai Comuni del territorio. Lo stesso sindaco Balzani ha – lo ricordo bene – in un’occasione entusiasticamente riconosciuto tale ruolo dichiarando addirittura la disponibilità ad una “cessione di sovranità” del Comune verso la Fondazione.

6) La proposta di usare il patrimonio della Fondazione per contrastare la crisi tramite ,ad esempio, finanziamenti a Consorzi Fidi è – oltre che tecnicamente impossibile – profondamente sbagliata. Vorrebbe dire usare il patrimonio per finanziare le banche. Ripeto: Forlì non ha certo bisogno di creare le premesse per un clima senese.

La Fondazione è un patrimonio fondamentale del nostro territorio. Chiedo a tutti equilibrio: questa città ha uno straordinario bisogno di ritrovare il proprio futuro costruito sulla concretezza e sul merito.

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