Come sa chi la percorre tutti i giorni, l’autostrada ha un proprio ordinamento giuridico separato. Vi sono quelli che hanno le rotaie nella corsia di mezzo. Quelli targati San Marino che sfrecciano come ambasciatori con immunità diplomatica. I camionisti che impegnano due corsie da Faenza a Imola per un sorpasso. I più pericolosi sono i furgoncini scoperti, perché da essi può uscire di tutto, dalla cisternona azzurra per l’acqua che ballonzola tra le corsie alla scala da cantiere che si parcheggia in corsia di sorpasso. Tipologia molto particolare è il frequentatore di piazzole a scopo “fisiologico”. I prostatici eccellono, ma al riparo dello sportello aperto ho notato un incremento dell’incontinenza femminile. Su tutti splendono i pannelli a messaggio variabile, che costituiscono una compagnia fissa del mio pendolarismo verso Bologna e ritorno. Di solito anticipano di un minuto o due l’inevitabile coda tra Castel San Pietro e San Lazzaro. Non di più, perché come dicevano i nostri vecchi: «Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi» e il gestore autostradale tiene alle tradizioni. Utilissimi anche gli annunci con cui vieni avvertito che c’è stato un incidente al tal chilometro, ovviamente senza specificare se l’ingorgo disti mezz’ora o venti secondi.
L’ultima novità è il severo monito per gli automobilisti: “Sorpasso azzardato – 3 punti nella patente”. Credo che per il microcosmo di cui sopra (che sostanzialmente fa ciò che gli pare a dispetto delle regole, delle leggi e degli altri) la minaccia di essere sanzionati per un sorpasso azzardato in terza corsia rappresenti un deterrente assolutamente fantastico, quanto la prospettiva di essere inseguiti a sirene spiegate come in un “poliziottesco” anni Settanta. Chissà quanto rigore d’ora in poi sull’A14. O, in alternativa, quante emozioni per tutti.
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