Quelle fatte da Confesercenti. Giusto non rincorrere Forlì sulle nostre, ma cercare una propria identità
Tutte molto interessanti le proposte fatte dal direttivo della Confesercenti alla giunta. Ma i punti forse più interessanti sono due. Innanzitutto la sottolineatura che è necessario trovare una pax sociale. Tutto o moltissimo è legato a piazza della Libertà. Premetto che condivido il progetto del Comune (non credo sia più una novità), ma nello stesso tempo non mi piacciono le prove muscolari. Né da una parte, né dall’altra. Ormai è anche inutile cercare di ricostruire come è perché ci si è arrivati. Anche perché ogni parte scaricherebbe le responsabilità sull’altra. Adesso serve solo una cosa: resettare e cercare le soluzioni migliori per il centro. Anche perché almeno una cosa è certa: indietro non si può tornare, quindi bisogna fare di necessità virtù.
Poi, in campagna elettorale ognuno si giocherà le proprie carte. Ma quelli sono due piani diversi. Anche perché, non dimentichiamolo, per le amministrative si voterà fra due anni. Quindi portare avanti una situazione muscolare per tutto questo tempo non solo è difficile, ma, come giustamente sostiene la Confesercenti, può essere nocivo per lo stesso centro.
Ma l’aspetto più interessante delle proposte riguarda il turismo. Devo ammettere che la Confesercenti ha fatto riflettere anche me. Ho sempre sostenuto che sarebbe stato importante investire nelle mostre per valorizzare la nuova biblioteca Malatestiana. Sbagliavo.
Ha ragione Confesercenti: è inutile rincorrere Forlì. Sostanzialmente per due motivi. Il primo è che Cesena non avrà mai la disponibilità finanziaria che ha Forlì che può contare sulle ricche elargizioni della locale fondazione Carisp. Perciò Cesena potrebbe solo scimmiottare il cittadone e, si sa, chi copia resta sempre distanziato. Se poi ci sono anche mezzi molto inferiori la partita è persa ancora prima della partenza.
È giusto, invece, puntare su una propria identità. Interessanti le peculiarità indicate: libro e cinema. Sono due segmenti dove c’è tanto margine per fare quella qualità necessaria per attirare turisti. Poi si potrebbe lavorare su altri fronti. A partire da quello gastronomico mettendo al primo posto la piadina. E, in questo senso, di cose da fare ce ne sarebbero.
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