Ottavo appuntamento della rubrica "Coopstartup - Loro ce l'hanno fatta".
Chi siete?
ecoplanner (in minuscolo) è una società cooperativa che progetta eventi sostenibili, quindi promuove la sostenibilità – un valore imprescindibile per una vita migliore adesso e per quelli che verranno in futuro – in maniera assolutamente creativa e per niente standard. Discorsi lunghi…
Da dove venite?
La nostra società ha base a Roma; viviamo qui da moltissimi anni. Quattro di noi provengono dalla Calabria, ciascuna da città differenti; Azzurra, invece, da San Benedetto del Tronto; ma diciamo che ecoplanner è una società romana, e non ne farei una questione “regionale” (ironizzo!)
Di cosa vi occupate?
Come già accennato, ci occupiamo di progettazione sostenibile per enti, privati ed aziende, curando ogni singolo dettaglio di un evento; oppure curandone solo alcuni, nel caso in cui il nostro committente abbia già organizzato gran parte dell’evento!
Com’è nata la vostra idea cooperativa?
La nostra idea cooperativa è nata circa tre anni fa da un’esigenza molto europea, dal carattere generazionale: quella di dare e di darci un lavoro che ci piacesse. Quindi, abbiamo partecipato a dei bandi, fra cui Coopstartup Lazio, e l’abbiamo vinto. L’abbiamo vinto per un business plan ben strutturato, risultato di una ricerca mirata sul campo, individuando nella sostenibilità – a cui teniamo moltissimo – un trend economico. Il binomio valore e business è stato un aspetto fondamentale nella nostra idea, un’idea che ci piace molto perché decliniamo la sostenibilità ogni giorno da anni. Quindi per noi è naturale svolgere il nostro mestiere. Utopia.
Quali sono i valori che guidano la tua cooperativa?
Anzitutto promuovere il concetto di sostenibilità, un concetto per certi versi ancora poco conosciuto. Lo promuoviamo sicuramente da un punto di vista ambientale, perché nei nostri eventi tentiamo a ridurre al massimo l’impatto ambientale. Promuoviamo valori etici; promuoviamo le nuove economie – che rimangono anche piccole per vocazione, e per lo più italiane – e cerchiamo di tessere quotidianamente una rete di “collaboratori giusti” che noi – da bravi curatori – connettiamo a geometrie variabili per gli eventi, a seconda delle esigenze specifiche.
Come vedete la vostra cooperativa da qui a dieci anni?
Essere startupper è dura. Speriamo in un futuro positivo. Siamo ancora piccoli, e stiamo provando a far capire chi siamo e che siamo bravi, a prescindere dalla nostra giovane età. E, fra dieci anni ci piacerebbe che ci fossero nostri uffici in tutte le regioni d’Italia. Siamo nati a Roma, ci sentiamo romani d’adozione, ma speriamo di continuare a progettare, come è già successo, in tutta Italia. In questo momento, proviamo ad inserirci nei circuiti che ci interessano, scovando le persone “giuste”…
ecoplanner (si scrive tutto in minuscolo, dicevo!) è una factory, abbiamo uno statuto molto ampio che cerchiamo di sviluppare, ogni giorno con grande passione, attraverso un denso programma Natura&Cultura e crediamo molto in quello che facciamo e nel rapporto con il nostro Dolce Bel Paese. Utopia: atto secondo.
Parliamo di Coopstartup. Come siete venuti a conoscenza del progetto?
Tramite Internet, durante una delle nostre ricerche in rete. Cercavamo bandi a cui partecipare e abbiamo incontrato Coopstartup. L’idea cooperativa per noi era ed è fondamentale, perché la conformazione societaria cooperativa è quella più vicina ai nostri valori. Noi pensiamo di dare lavoro a noi e agli altri, non per un semplice arricchimento, come può essere nelle impostazioni SRL.
In che anno avete vinto il bando?
Nel 2014.
Quanto è stato importante il progetto Coopstartup nello sviluppo della vostra idea?
È stato importante perché ci ha dato una grande spinta…e coraggio, anche adesso.
Un consiglio per coloro che vogliono partecipare al bando?
Fate un business plan. Perché le idee sono importanti, ma senza un business plan ben strutturato, sia dal punto di vista economico, sia da quello descrittivo, le belle idee rimangono solo “belle idee”: e su queste non si costruisce un LAVORO.
Ve lo dice un ex-romantica.
“Ci vuole molto coraggio ad avere coraggio” (ultimamente la musica italiana racconta bene le giovani generazioni, e le nuove “situazioni”.)
Da, Ci vuole molto coraggio, Ex-Otago, 2016)
Rosa Ciacci_ ecoplanner co-founder
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