Festa di un lavoro depotenziato

Sempre più precario e sottopagato. Anche il locale può fate molto

Domani si festeggia il Primo maggio. L’ho sempre ritenuta una festa comandata. Mi ricordo che un tempo, quando ero giovane (più o meno guerre puniche), quando un parente non lo vedevi da tempo quando ti incontrava non ti chiedeva lumi sulle tue condizioni di salute, ma se avevi un lavoro.

 

Perché allora, essere assunti, significava essersi messi a posto. Il lavoro era quello che ti dava sicurezza. In linea di massima era quello fino alla pensione. E guardavi la vita con occhi diversi. Se avevi la morosa potevi cominciare a pensare al matrimonio e a fare dei figli.

Adesso no. Non è più così. Lavoro fa rima con precariato e paghe basse. Bassissime. Due condizioni che non ti permettono di bussare a nessuna banca per cercare di avere quel mutuo che è fondamentale per acquistare un appartamento. Una situazione che ha creato un livello tale di scontento che fa capire perché, il 4 marzo scorso, le elezioni sono andate in un certo modo.

 

Il mio timore però è che il fondo non si sia ancora toccato. Nei giorni scorsi in tivù (credo il Tg1 delle venti) ho visto un servizio nel quale si pontificava il fatto che l’industria 4.0 avrebbe favorito l’assunzione di 280 mila tecnici specializzati.  La notizia è sicuramente buona. Però monca. Non veniva detto quanti posti di lavoro non qualificati si sarebbero persi.

Io non voglio fare la cassandra, ma ho l’impressione che, alla fine, saranno più quelli persi e con un problema ulteriore: il difficile ricollocamento di manodopera poco specializzata.

 

Ecco, questo, a mio avviso, è il grande tema per il futuro prossimo, non remoto. L’ambito nazionale deve dare una risposta per salvaguardare chi perde il lavoro ed ha difficoltà a ricollocarsi. Nello stesso tempo deve investire sulla formazione.

 

L’ambito locale deve aiutare la crescita del proprio sviluppo tecnologico. Diciamoci la verità, Cesena non è un territorio molto high tech. O, per lo meno, ci sono ampi margini di sviluppo. È fuori di dubbio che una parte importante può e deve farla l’amministrazione comunale. Come?

 

A mio avviso dovrebbe essere il tema dominante della prossima campagna elettorale.

 

Buon Primo maggio a tutti.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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